RomaSilvio Berlusconi dice basta alle fibrillazioni interne al Pdl, ben consapevole che gli ultimi giorni di bagarre parlamentare hanno ridato fiato a chi da tempo punta a far cadere il Cavaliere a vantaggio di un governo tecnico. Un tentativo che lo scorso anno aveva ricompattato lintero fronte antiberlusconiano e che è stato stoppato solo con il voto di fiducia del 14 dicembre. Ora - è la convinzione del premier - a distanza di oltre tre mesi i fautori dellesecutivo di transizione si sono rimessi in movimento. Tanto che Pier Ferdinando Casini non esita ad evocare elezioni anticipate addirittura per giugno (ipotesi tecnicamente quasi impraticabile) mentre Luca Cordero di Montezemolo annuncia per lennesima volta di voler entrare in politica con tanto di lunga digressione sulle promesse «non mantenute» di Berlusconi. E sullo sfondo una qualche perplessità sugli «strani movimenti» del Quirinale. Unoperazione che sarebbe ovviamente di medio periodo, che guarda anche a un Pdl in agitazione e che ha tra i passaggi chiavi le elezioni amministrative di maggio.
Non è un caso, dunque, che il Cavaliere spinga per un ricompattamento interno il più rapido possibile. Eloquenti in questo senso gli appelli dei capigruppo Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri, Massimo Corsaro e Gaetano Quagliariello. Con il vice Osvaldo Napoli che aggiunge un dettaglio non di poco conto: «Ora serve unità di intenti. Dopo il voto, se necessario, tireremo le somme e andremo alla resa dei conti». Non prima, dunque. Perché Berlusconi sa bene che la partita è delicata e potrebbe incidere non poco sugli equilibri della maggioranza nonostante Denis Verdini sia convinto di arrivare alla Camera a quota 327 entro la prossima settimana. Lobiettivo del premier, dunque, è «strappare» allopposizione almeno una delle città che vanno al voto. Se il centrosinistra si conferma a Torino e Bologna e il centrodestra a Milano, vincere a Napoli (dove governa Rosa Russo Iervolino) diventerebbe quindi decisivo per gridare vittoria e rilanciare la maggioranza. Che a quel punto scavallerebbe lestate. Mettendo peraltro la sordina a un mese daprile che sannuncia di fuoco con le televisioni di tutto il mondo a seguire la sfilata delle ragazze di Arcore in tribunale.
Così, ci sta che Berlusconi abbia deciso di «mettere la faccia» sulla corsa a sindaco di Letizia Moratti. Il premier si presenterà capolista a Milano e parteciperà ai comizi, consapevole che i sondaggi vedono ancora la Moratti sotto il 50% e quindi a rischio ballottaggio. Uneventualità da scongiurare a tutti i costi, perché il timore è che lelettorato di centrodestra preferisca la gita fuori porta a una seconda chiamata alle urne a distanza di quindici giorni. A quel punto resterebbe solo da portare a casa il sindaco Napoli, cosa che per il premier «sancirebbe» la vittoria del centrodestra. Alla faccia, ripeteva ieri nelle sue conversazioni private, anche di Nicolas Sarkozy «che in Francia è al 22% di gradimento» e di Angela Merkel «che in Germania con il suo 14% non sta messa bene».
Un successo alle amministrative, insomma, toglierebbe benzina alla macchina del governo tecnico. Che, è la convinzione del Cavaliere, nicchia anche a quella parte di insoddisfatti del Pdl (la pattuglia di Claudio Scajola in testa), a Giulio Tremonti e alla Lega.
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