La partenza dei genovesi era alle 7 davanti alle Caravelle di piazza della Vittoria; è andata peggio a chi è partito dallentroterra e da Imperia e Savona, loro lalba lhanno vista solo sullautostrada. Sette ore di viaggio e anche di più: erano in pullman e auto, altri hanno scelto il treno e qualcuno addirittura laereo. La forza e la voglia di camminare e lottare al fianco di Silvio Berlusconi non è mancata nemmeno per un istante.
La carica dei duemila simpatizzanti del Popolo della Libertà partiti dalla Liguria ha dato il suo contributo al milione di italiani che hanno sfilato a Roma. Con il coordinatore regionale Michele Scandroglio, il deputato azzurro Roberto Cassinelli, i coordinatori della provincia di Genova Roberto Levaggi e Gian Nicola Amoretti si sono radunati in tanti giovani e meno giovani, tante donne ma anche , anziani. Con loro a Roma si sono ritrovati anche il ministro Claudio Scajola e il candidato governatore Sandro Biasotti che hanno sfilato per parte del corteo con i liguri fino ad arrivare in piazza San Giovanni dove i due hanno raggiunto il retropalco. Con loro dalla Liguria sono arrivati anche Vito Valentini, candidato al consiglio regionale, e i simpatizzanti di «Gente dItalia» il movimento civico che sostiene Biasotti.
La voce dei liguri si è fatta sentire durante tutto il corteo tra canti e slogan urlati ad alta voce. Un coro tira laltro fino allurlo più intenso, quando Silvio Berlusconi, durante il comizio, chiama vicino a sé Biasotti: «Un imprenditore tosto, un lavoratore formidabile che riuscirà a collegare il porto di Genova con il centro dellEuropa» lo presenta il presidente del Consiglio e mentre raccoglie il braccio del deputato Pdl e lo porta al cielo lurlo liberatorio di Biasotti: «Evvai... Grande!». Quindi limpegno preso dal candidato governatore del centrodestra per liberare la Liguria dalloppressione della sinistra e il grande abbraccio alla immensa piazza.
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