Berlusconi boccia lelection day Verso il voto il 9 aprile
27 Luglio 2005 - 00:00Il premier è contrario a unificare politiche e amministrative. Sul proporzionale il confronto resta aperto nella maggioranza
Fabrizio de Feo
da Roma
No allelection day, il dibattito sul proporzionale continua ma niente è deciso. Silvio Berlusconi lascia aperta la strada della riforma, ma sbarra il passo allidea che si possa votare in una unica tornata per le politiche e le amministrative. Lasciare che il voto locale influenzi quello per il Parlamento sarebbe un errore strategico. Questo il pensiero che il premier avrebbe manifestato ieri ai suoi interlocutori durante una riunione a Palazzo Grazioli. Allontanare le due consultazioni di fatto riapre la possibilità che si voti, come auspicava il presidente Ciampi, il 9 aprile per la consultazione nazionale. Venire incontro al Quirinale che teme il cosiddetto «ingorgo istituzionale» e non accorpare il voto sono esigenze che a questo punto potrebbero sposarsi. Il calcolo politico nella Cdl è dettato dallesperienza: nelle grandi città - si voterà a Torino, Napoli, Roma e Milano - la Cdl è in svantaggio e solo sul capoluogo lombardo cè la certezza della vittoria. Il voto dei sindaci non può condizionare quello per i deputati. Berlusconi non vuole correre rischi e ragiona sullo scorporo delle date: il 9 aprile le politiche e poi, entro il 15 giugno, le amministrative. Le soluzioni, ovviamente, sono ancora allo studio. Decisamente in salita invece appare la riforma della legge elettorale in senso proporzionale. Un percorso a ostacoli difficile da completare entro la scadenza della legislatura.
Allo stato dellarte, lUnione si dichiara ufficialmente contraria e anche i proporzionalisti convinti, come il leader di Rifondazione, Fausto Bertinotti, chiudono la porta con decisione allipotesi, rimandando la discussione al 2006. Sullaltro fronte, quello della maggioranza, il dibattito si fa sempre più fitto, ma lunica certezza, al momento, è la volontà dellUdc e di Pierferdinando Casini di ricostruire ledificio proporzionalista. Un progetto che non accende grandi entusiasmi nella Lega e fa scattare resistenze in una parte di An. In questo senso, saranno decisive le riunioni che si terranno nel giro di un paio di giorni prima a Via Due Macelli, sede dellUdc, e poi allHotel Jolly di Roma dove, domani, andrà in scena la direzione di An. Forza Italia resta alla finestra. Alla legge elettorale, ieri, è stata dedicata appunto la riunione tra Berlusconi e i vertici del partito. Allincontro erano presenti il ministro dellInterno, Giuseppe Pisanu, il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, Donato Bruno, il vicecoordinatore azzurro, Fabrizio Cicchitto, Giuseppe Calderisi, i deputati Angelino Alfano e Gregorio Fontana oltre a Giuliano Urbani. «Abbiamo analizzato le proposte in campo, tra cui il proporzionale, e siamo in attesa degli approfondimenti che faremo noi, gli alleati e le forze dellopposizione» spiega Cicchitto. La «fattibilità» del progetto è la grande incognita su cui Forza Italia si interroga. «Noi lasciamo la porta aperta» spiega uno dei partecipanti alla riunione «fermo restando che non si tratta di una nostra proposta, visto che noi abbiamo chiesto semplicemente labolizione dello scorporo. Vediamo quello che succede negli altri partiti: cè tempo fino a metà settembre». Lunica certezza, in effetti, sono proprio le scadenze temporali. La modifica della legge elettorale deve andare in aula il 29 settembre, per essere discussa e approvata nella prima settimana di ottobre, che si tratti del semplice «restyling» dellattuale sistema o del ritorno al proporzionale. Pertanto questa proposta di calendarizzazione sarà portata alla conferenza dei capigruppo della Camera.
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