Berlusconi: «Con Bossi è ok Dopo di me? Tremonti premier»

Roma La rosa dei possibili successori si allarga. Dopo aver pronunciato il nome di Angelino Alfano in una cena con i giornalisti della stampa estera, Silvio Berlusconi avanza un’altra possibile candidatura: quella di Giulio Tremonti. Un attestato di stima nei confronti del ministro dell’Economia, al centro di diverse turbolenze nelle ultime settimane, che incassa il gradimento di Roberto Maroni e dello stesso Guardasigilli.
Il premier ha ieri preparato tra l’altro l’incontro con il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, che arriva oggi a Roma tra misure di sicurezza rese eccezionali dall’uccisione di Osama, e dove si fermerà due notti. Poi Berlusconi ha rilasciato un’intervista a «Porta a Porta».
In realtà l’investitura del premier assomiglia molto a un periodo ipotetico della possibilità, se non dell’irrealtà, visto che lo stesso Berlusconi non esclude affatto di poter essere ancora lui il frontman del centrodestra alle prossime elezioni. «Vedremo alla fine di questa legislatura se sarà necessario per il centrodestra mettermi ancora quale candidato alla guida del governo - ha detto nell’intervista - io, in quel caso, non mi tirerò indietro. Se invece verranno fuori altre personalità, e ne abbiamo diverse, Tremonti in primis, che possano suscitare consenso elettorale, e sarà l’ampia gamma di sondaggi di cui disporremo che ci dirà se sarà così, io sarei felice di poter magari restare ancora in politica, ma occuparmi del Pdl e lasciare ad altri la conduzione del governo perché è davvero qualcosa di molto gravoso. Posso dire che, avendo parlando con Aznar, Felipe Gonzales e Tony Blair, e avendo fatto a tutti a tre la stessa domanda “quale è stato il giorno più bello nell’attività di governo”, tutti e tre non hanno esitato a dirmi “il giorno dell’addio”». Ma in serata Umberto Bossi prevede che in realtà «Berlusconi durerà a lungo» e che se parla così è per «allontanare il più possibile quel momento». L’abbraccio politico inviato a Tremonti è accompagnato da un plauso sull’operato del ministro, soprattutto considerando le condizioni economiche generali. «Ci sono delle situazioni nel bilancio che richiedono assoluto rigore» spiega Berlusconi. «Il ministro Tremonti non può inventarsi delle disponibilità che nel bilancio non ci stanno».
Nel resto dell’intervista, Berlusconi tocca tutti i temi d’attualità. Denuncia il «clima da guerra civile» che accompagnano questa campagna elettorale, «un clima che non è certo colpa nostra. La sinistra annovera tra i suoi sostenitori i centri sociali in cui si annidano molti facinorosi. E di questo noi dobbiamo prendere atto e far notare agli elettori che possono scegliere tra una alleanza di sinistra, che comprende di tutto di più, e una di centro destra che comprende gli italiani moderati e di buon senso». Sottolinea il «valore politico» delle prossime amministrative» e ammette che «a Milano ci sarà un voto molto importante. «Siccome contiamo di vincere e vogliamo vincere al primo turno ed è un voto molto importante io ho accettato di mettermi in lista come capolista del Pdl». L’ultimo pensiero è rivolto ai rapporti con il Carroccio.

«Con Bossi ho chiarito tutto» spiega. «In una maggioranza possono esserci anche pareri diversi su certe decisioni che derivano da situazioni impreviste e imprevedibili. Ma con Umberto non c’è nessuna incomprensione, l’asse politico Pdl-Lega resta saldo».

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