Berlusconi in campo «Difendo Dida e confermo tutti»

Lo spagnolo della McLaren rilancia la sfida allenandosi col simulatore: «È talmente perfetto che sembra di essere davvero in pista»

Berlusconi in campo «Difendo Dida e confermo tutti»

da Milano

Silvio Berlusconi non ci sta. Al presidente rossonero non sono evidentemente piaciuti i commenti dopo il pareggio del suo Milan col Bayern. Allora, furibondo, se n’era andato senza rilasciare dichiarazioni; ieri invece, appresa la lista mediatica della spesa, chi va, chi viene, chi resta, è sceso personalmente in campo con un’intervista a Milan Channel per sgombrare ogni possibile dubbio ma, soprattutto, per ridare fiducia all’intero ambiente rossonero uscito martedì sera dal Meazza come avesse cozzato contro un tir in corsa. E ai giocatori ha lanciato un segnale forte: niente liste di prescrizione, tutti «confermatissimi» quelli «dati sul piede di partenza».
«Sono rimasto esterrefatto dal titolo di un quotidiano sportivo: Berlusconi toglie la fiducia a Dida», ha detto il presidente. «È esattamente il contrario. Alla fine di Milan-Bayern, avendo visto con attenzione la partita e avendo visto a più riprese il replay dei gol che abbiamo fatto e subito, ho difeso Dida in maniera assoluta. Non lo cambierei con nessun altro portiere». Il tono è di quelli decisi che non ammettono replica e Berlusconi spiega che «è assurdo dare luogo a questa disinformazione. Ad alcuni amici ho detto il contrario di quello che mi viene attribuito. Smentisco perciò in maniera assoluta. Devo però riferirmi anche ad altri quotidiani che scrivono di giocatori sul piede di partenza come Seedorf, Inzaghi, Ambrosini, Jankulovski, Oliveira e Brocchi. La verità è che sono tutti confermatissimi».
Dopo un simile superlativo, ogni dubbio dovrebbe cadere e, per ridare morale alla stanca truppa, Berlusconi dà la carica in vista del ritono di mercoledì all’Allianz Arena. «Il Milan deve andare a Monaco per vincere, per fare una partita da Milan - il suo imperativo categorico -. Non ci saranno Ronaldo e Gilardino, ma abbiamo il grande Pippo Inzaghi e quell’Oliveira, nazionale brasiliano, che fa regolarmente grandi cose in allenamento. Dobbiamo andare a fare una partita da squadra padrona del campo e padrona del gioco. Nell’andata abbiamo dimostrato di saper giocare bene e nel ritorno dobbiamo cercare di superare la difesa bavarese che è statica e perforabile».
Berlusconi ha poi ribadito quanto aveva già spiegato alla squadra alla vigilia del match con la Roma: «L’avevo detto in occasione del pranzo fatto con i giocatori: una squadra come il Milan negli ultimi dieci minuti deve nascondere la palla. Non è ammissibile subire gol in una situazione di gioco in cui la palla è tra le mani del nostro portiere e tocca a noi giocarla. In quei casi dobbiamo passare il pallone lateralmente, dobbiamo evitare i dribbling, i lanci lunghi, tutte quelle situazioni che possono consentire all’avversario di recuperare palla». A Carlo Ancelotti, in quel momento, saranno sicuramente fischiate le orecchie ma il presidente insiste: «Quando facevo l’allenatore, nel finale di partita, facevo toccare dai miei giocatori il pallone anche 17 volte, quando eravamo in vantaggio. L’avversario deve essere costretto a commettere fallo per provare a recuperare il pallone. È importantissimo che i nostri giocatori lo ricordino e lo tengano ben presente».
Capito, Ancelotti? Anche perché il «tutti confermatissimi» non è stato riferito anche al tecnico, bocciato da Berlusconi per non aver schierato le due punte a lui tanto care e per non avere seguito i consigli del presidente-allenatore. Il parere di Berlusconi è condiviso anche dall’ultimo arrivato Massimo Oddo, uno tra i migliori contro i tedeschi. «Dida? Noi pensiamo di avere un grande portiere. La squadra va elogiata per il gioco espresso e criticata solo per la vittoria sfuggitaci a tre secondi dalla fine. È vero, potevamo gestire meglio la palla nel finale, ma ora sappiamo cosa dobbiamo fare nel ritorno».

A innervosire il Milan anche le dichiarazioni a due diverse radio rilasciate da Oscar Damiani (ex procuratore di Dida) che prima difende a spada tratta il portiere, mettendo sotto accusa la difesa (Oddo e Nesta in particolare) e poi dice di essere stato male interpretato.

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