Silvio Berlusconi torna a parlare, dopo la conferenza stampa natalizia, e torna ad aprire a un'alleanza con l'Udc di Casini, a rimarcare la volontà di allargare la maggioranza di consolidarla. Elezioni ultima ratio, insomma, perché quello che serve e che gli italiani chiedono, è la garanzia della governabilità. Volontà dunque di non interrompere la legislatura, come del resto chiede anche il presidente della Repubblica e di trovare i numeri alla Camera per varare le riforme indispensabili per il paese. In un momento decisivo per l'economia che è in ripresa, ripresa che va sostenuta e spinta. "Se questo non fosse possibile", ha ribadito parlando alla "telefonata" di Belpietro su Canale 5, l'unica alternativa sarebbe il voto. E più tardi in un audiomessaggio sul sito dei Promotori della libertà ribadisce sul punto: "Il nostro obiettivo primario resta dunque e sempre la governabilità, ma ove non riuscissimo a mettere insieme una maggioranza sufficiente per approvare le riforme, l'unica scelta possibile sarebbe quella di ricorrere al voto popolare. Intendiamoci, io sono convinto che interrompere la Legislatura sarebbe un grave danno per il Paese e quindi opereremo affinché questa eventualità non si realizzi, ma se non riuscissimo ad avere quella maggioranza necessaria per far approvare dal Parlamento le riforme che sono indispensabili per il nostro Paese non ci sarà altra scelta che tornare dal popolo sovrano".
In ogni caso, il premier non vede spiragli per un accordo con Gianfranco Fini, che ormai si è posto all'opposizione - aggunge - contro la sua maggioranza. Al contrario, il Cavaliere spera sempre in un "ravvedimento" di Pier Ferdinando Casini auspicando un appoggio dell'Udc al governo. "Vedremo se lui ha perso una grande occasione: poteva sostituire con i sui parlamentari i parlamentari di Fli. Speriamo che si ravveda".
"Sono convinto che andremo avanti. Dobbiamo ampliare i numeri della nostra maggioranza alla Camera e lo stiamo facendo. Abbiamo buone prospettive, credo che avremo i numeri per portare termine le riforme. Se non sarà possibile non ci sarà altra soluzione che andare alle urne ma faremo di tutto perché ciò non accada. Sarebbe negativo per tutto il paese, e per tutta l'Europa e la zona dell'Euro", ha detto il premier.
"E' una valutazione che attiene alla sua coscienza ed alla sua dignità, lui ormai è all'opposizione contro la sua maggioranza...". Berlusconi risponde in questo modo a una domanda di Maurizio Belpietro sull'opportunità di dimissioni da parte di Fini da presidente della Camera. Le dimissioni di Fini "sono una valutazione che appartiene alla sua coscienza" ma c'é "una maggioranza che lo ha eletto che non si riconosce più in lui", dice il presidente del Consiglio che aggiunge: "Ci sono grandi figure del passato e anche esponenti dell'opposizione, come Nilde Iotti, che mai, mai, avrebbero utilizzato questa istituzione per fare politica contro il governo". "Credo che Fini da più di un anno perseguiva questo progetto di diaspora - conclude il Cavaliere - credo che quando questo percorso non sarà più utile alle manovre della sinistra non avrà più senso".
Silvio Berlusconi ribadisce poi che nel 2013 potrebbero emergere suoi successori per la premiership attingendo da personalità giovani del partito e del governo. Il premier, ha parlato di "protagonisti" che potrebbero "in un prossimo futuro" assumere responsabilità di governo.
E in tema di economia, parla di ripresa avviata anche se occorrerà tempo e serviranno sacrifi, ma l'Italia è al riparo dalle turbolenze dellEuro. Parlando dell'intesa raggiunta tra Fiat e sindacati - nonostante il no della Fiom - dice: "E' un accordo storico". Il premier si augura che Fiat possa mantenere la produzione in Italia, evitando il trasferimento all'estero degli impianti. "Se pensiamo alle difficoltà economiche e di altra natura è del tutto legittimo guardare al bicchiere mezzo pieno". Il 2011 sarà "l'anno della ripresa".
Berlusconi fa un bilancio positivo per il governo nel 2010. "Ci sono tantissime cose positive - spiega - Abbiamo vinto anche le elezioni regionali, gli unici in Europa, nonostante i molti ostacoli contro le nostre liste nel Lazio da parte di una magistatura politicizzata. E dopo le elezioni, gli italiani hanno apprezzato il nostro modo di governare al punto che io stesso registro un concenso del 56,4% che ha del miracoloso se si pensa a quello che i giornalisti di sinistra e delle tv di Stato dicono contro di me". "Il risultato più importante - aggiunge - è la tenuta dei conti pubblici riconoscitua da istituzioni internazionali e dalle agenzie di rating". Il Cavaliere cita anche gli "straordinari successi con lotta alla criminalità organizzata" e il merito di "non aver mai messo le mani le tasche degli italiani" per le tasse. Quanto al 2011, "ritengo - afferma - che sarà un anno di ripresa di cui già abbiamo iniziato a cogliere qualche segnale". "Non possiamo escludere altre turbolenze della area euro - conclude - l'Italia è al riparo da attacchi speculativi, ed è merito del governo che ha tenuto in ordine i conti pubblici ma soprattutto delle famiglie e delle imprese dei lavoratori. Per i mercati le aspettative contano molto - sottolinea - Se si fosse aperta una crisi di governo le conseguenze avrebbero potuto esser gravi, e per questo sentiamo il dovere di continuare a governare".
Soddisfatto anche per il varo della riforma dell'università. "Il voto del Senato con la approvazione della riforma Gelmini manda in pensione il '68 e mette al centro dell'università il merito, elimina le parentopoli e gli sprechi". "I giovani che manifestano sono solo una minoranza rumorosa che va contro il loro stesso futuro - aggiunge - L'Italia non poteva più permettersi un sistema inefficente e frutto di una riforma sbagliata della sinistra".
Mentre sulla giustizia il premier ribadisce: "Dovremo completare la riforma della giustizia entro fine legislatura. E' un'emergenza grave e drammatica soprattutto per i più deboli. Le indebite ingerenze dell'ordine giudiziario nelle vite dei cittadini rappresentano una vero attacco alla democrazia, per questo non rinunceremo mai al nostro progetto. Gran parte della magistratura, persino la Corte costituzionale, emettono sentenze troppe volte orientate".
Casini: "Convergenze in Parlamento sulle riforme" Pier Ferdinando Casini respinge sia la proposta di Silvio Berlusconi per un tavolo che quella di Pier Luigi Bersani per una "alleanza costituzionale", auspicando semmai "convergenze" fra maggioranza e opposizione sulle riforme che servono al Paese, ma solo in Parlamento dove ognuno dovrebbe restare d'v'é. "L'obiettivo dell'Udc - spiega il leader dei centristi ai microfoni del Tg2 a proposito del tavolo proposto dal premier -, ma anche delle altre forze del Polo degli Italiani che abbiamo costituito ha in mente una cosa netta: un confronto in Parlamento, non diciamo né si né no ad un tavolo, constatiamo che il tavolo c'é già ed è la via maestra, quella del Parlamento su cui porre i provvedimenti seri che servono al Paese e ciascuno poi si assumerà le sue responsabilità".
A proposito della proposta di Bersani, di una 'alleanza costituzionale' con il Terzo Polo, Casini risponde: "é un'idea che nasce sul concetto di una possibile emergenza, ma io mi auguro che assieme si possa scongiurare una simile emergenza e che questo Paese che ha ancora due anni di legislatura possa trovare delle nuove convergenze: ho fatto l'esempio americano - sottolinea - che non é banale". In America, aggiunge, "i democratici collaborano con i repubblicani che sono all'opposizioni ed hanno varato riforme fiscali atti parlamentari importantissimi su cui Obama si era arenato". E dunque, si chiede il leader centrista, "perché non seguire la stessa strada? Perché non chiamare le forze di responsabilità ad un impegno convergente?". Fermo restando, conclude Casini, che "ciascuno rimane dov'é, maggioranza e opposizione".
Gli auguri di Berlusconi al Papa "Eminenza Reverendissima, nella lieta ricorrenza del Santo Natale, prego Vostra Eminenza Reverendissima di porgere a sua Santità Benedetto XVI gli auguri più fervidi del Governo italiano e miei personali. Rivolgo con l'occasione a Sua Santità i nostri ringraziamenti per le Sue visite, quale Pastore amorevole, in varie Diocesi italiane". E' quanto scrive il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in una lettera inviata al cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità. "Quest'anno - scrive il premier - ha anche visto l'elevazione alla porpora di dieci cardinali italiani. Ho ancora nel cuore l'incontro che con una delegazione di ministri e con Gianni Letta ho avuto con loro e con Vostra Eminenza. La cordialissima atmosfera dell'incontro ha rispecchiato, ancora una volta, il forte legame che unisce l'Italia alla Chiesa".
"Voglio confermarLe - si legge ancora nella missiva, diffusa da Palazzo Chigi -, Eminenza, che il nostro Governo pone al centro della propria azione gli stessi valori che il Santo Padre testimonia costantemente con i Suoi interventi e cioé i valori fondanti della dignità umana, della pace, della giustizia, della tolleranza e della solidarietà. Nel rinnovare al Santo Padre gli auguri più deferenti anche per il nuovo anno, porgo a Lei i più affettuosi voti augurali per i Suoi alti impegni. Con stima ed affetto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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