Politica

Berlusconi-Casini, una telefonata per ricucire

Il Cavaliere: «Un miracolo tenere unita 5 anni la coalizione, più di così non si può»

Adalberto Signore

da Roma

Prove tecniche di disgelo tra Silvio Berlusconi e l’Udc. L’offensiva diplomatica del presidente del Consiglio è partita giovedì verso l’ora di pranzo, quando il premier ha deciso di telefonare a Pier Ferdinando Casini per cercare di ricucire lo strappo con Marco Follini.
Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce di Palazzo Chigi, ha appena smentito l’esistenza di un piano per incastrare l’Udc (frutto della «fantasiosa ricostruzione» di «due quotidiani») e polemizzato con l’intervento del segretario centrista sul Corriere della Sera («i meriti non sono di una parte sola»). La tensione tra Forza Italia e l’Udc è altissima e il clima è di attesa. Anche perché in calendario i centristi hanno due appuntamenti decisivi: l’intervento di Casini alla festa dell’Udeur a Telese (oggi) e il conclave del partito a cui parteciperà eccezionalmente pure il presidente della Camera (lunedì). Così, Berlusconi decide di alzare il telefono e chiamare Casini, forte anche di un rapporto personale che, nonostante tutto, non si è mai deteriorato. Una telefonata «lunga e cordiale» - così la definiscono gli entourage dei due interlocutori - ma che nella sostanza non è servita a superare le divergenze.
Berlusconi ha insistito sulla necessità di «riprendere un confronto costruttivo per il bene della coalizione» e si è detto disponibile a mettere alle spalle le incomprensioni davanti alla volontà dell’Udc di riprendere il dialogo. Dal canto suo, Casini ha fatto presente al premier di non aver «dato risposte sui temi che abbiamo sollevato» (dalla discontinuità al partito unico dei moderati, dalla legge elettorale alla leadership). Tutti punti su cui Berlusconi non sembra deciso a cedere. Insomma, una conversazione «affettuosa e cordiale» che non ha risolto i nodi politici sul tavolo. Tanto che parlando con i giornalisti il premier ha detto: «Non so se sia proprio un miracolo quello di tenere insieme la coalizione ma certamente è proprio difficile». E Berlusconi racconta anche anche giovedì scorso per convincere un partito alleato «ho dovuto parlare con sette persone».
L’offensiva diplomatica, però, continua: non si è fermata al presidente della Camera e ha coinvolto pure i ministri dell’Udc, ai quali dopo la riunione del governo Berlusconi ha ribadito le sue preoccupazioni e ha confermato la sua volontà di riprendere il dialogo. I ministri centristi, dal canto loro, hanno ribadito la necessità di «una forte discontinuità», sottolineando che «è una richiesta che non viene solo dall’Udc ma è stata manifestata direttamente dall’elettorato». In vista della riunione di lunedì, comunque, i ministri dell’Udc si sarebbero impegnati a verificare le condizioni per riprendere il confronto.
Una prima indicazione arriverà oggi dall’intervento di Casini a Telese.

Non sarà di rottura, dicono i suoi, ma di certo «non prenderà le distanze da Follini né farà passi indietro».

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