Adalberto Signore
da Roma
Prove tecniche di disgelo tra Silvio Berlusconi e lUdc. Loffensiva diplomatica del presidente del Consiglio è partita giovedì verso lora di pranzo, quando il premier ha deciso di telefonare a Pier Ferdinando Casini per cercare di ricucire lo strappo con Marco Follini.
Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce di Palazzo Chigi, ha appena smentito lesistenza di un piano per incastrare lUdc (frutto della «fantasiosa ricostruzione» di «due quotidiani») e polemizzato con lintervento del segretario centrista sul Corriere della Sera («i meriti non sono di una parte sola»). La tensione tra Forza Italia e lUdc è altissima e il clima è di attesa. Anche perché in calendario i centristi hanno due appuntamenti decisivi: lintervento di Casini alla festa dellUdeur a Telese (oggi) e il conclave del partito a cui parteciperà eccezionalmente pure il presidente della Camera (lunedì). Così, Berlusconi decide di alzare il telefono e chiamare Casini, forte anche di un rapporto personale che, nonostante tutto, non si è mai deteriorato. Una telefonata «lunga e cordiale» - così la definiscono gli entourage dei due interlocutori - ma che nella sostanza non è servita a superare le divergenze.
Berlusconi ha insistito sulla necessità di «riprendere un confronto costruttivo per il bene della coalizione» e si è detto disponibile a mettere alle spalle le incomprensioni davanti alla volontà dellUdc di riprendere il dialogo. Dal canto suo, Casini ha fatto presente al premier di non aver «dato risposte sui temi che abbiamo sollevato» (dalla discontinuità al partito unico dei moderati, dalla legge elettorale alla leadership). Tutti punti su cui Berlusconi non sembra deciso a cedere. Insomma, una conversazione «affettuosa e cordiale» che non ha risolto i nodi politici sul tavolo. Tanto che parlando con i giornalisti il premier ha detto: «Non so se sia proprio un miracolo quello di tenere insieme la coalizione ma certamente è proprio difficile». E Berlusconi racconta anche anche giovedì scorso per convincere un partito alleato «ho dovuto parlare con sette persone».
Loffensiva diplomatica, però, continua: non si è fermata al presidente della Camera e ha coinvolto pure i ministri dellUdc, ai quali dopo la riunione del governo Berlusconi ha ribadito le sue preoccupazioni e ha confermato la sua volontà di riprendere il dialogo. I ministri centristi, dal canto loro, hanno ribadito la necessità di «una forte discontinuità», sottolineando che «è una richiesta che non viene solo dallUdc ma è stata manifestata direttamente dallelettorato».
Una prima indicazione arriverà oggi dallintervento di Casini a Telese. Non sarà di rottura, dicono i suoi, ma di certo «non prenderà le distanze da Follini né farà passi indietro».
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