Silvio Berlusconi fa l’arbitro nella contesa tra il coordinatore regionale del Pdl, Mario Mantovani, e il presidente della Provincia, Guido Podestà. E dopo gli incontri del lunedì ad Arcore, in cui ha visto entrambi, sembra che l’asticella oscilli in favore di Mantovani, l’uomo che il premier ha voluto alla guida del partito in Lombardia e che non sembra intenzionato a dimissionare troppo presto. La settimana prossima Mantovani incontrerà il segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano, per fare il punto sulla situazione del partito in Lombardia.
Berlusconi ha invitato Mantovani ad andare avanti serenamente, senza preoccuparsi degli attacchi sferrati da Podestà e - sia pure in modo indiretto - da Roberto Formigoni e dall’area del Pdl che fa riferimento a Rete Italia. È difficile immaginare elezioni a breve dei nuovi vertici, mentre si consolida l’ipotesi delle primarie per scegliere i candidati alle amministrative del 2012.
La classe dirigente lombarda del partito spinge per avere congressi al più presto, ma al momento da Roma non sembra in arrivo un via libera per votare i vertici in autunno. Il progetto, dopo la nomina a segretario di Alfano, è di gestire senza scossoni, con gradualità e cautela, la transizione verso il nuovo partito e verso i congressi. L’incontro tra Berlusconi e Mantovani ha avuto come principale tema di discussione le elezioni amministrative della primavera 2012, una partita importante per il Pdl, che vorrebbe prendersi la rivincita sulla sconfitta di Milano. Vanno al voto 107 comuni, tra cui due capoluoghi di grande importanza nella geografia del centrodestra. Monza sceglierà il sindaco. Così anche Como, che andrà al voto anche per il presidente della Provincia. In questo contesto, i vertici del Pdl prevedono primarie che possano dirimere eventuali contese tra le diverse anime del partito. Podestà si dice soddisfatto dell’incontro con Berlusconi, ma spiega di non aver discusso con lui di un rinnovo dei vertici del Pdl: «È stato un incontro positivo, come sempre utile con Berlusconi, abbiamo parlato di 200 cose, non abbiamo parlato di congressi». Aggiunge: «Sicuramente si farà in autunno, l’abbiamo già detto mille volte. Non possiamo permetterci di aspettare altro tempo prima che i convegni e le elezioni interne democratiche siano la prassi su cui fondare il nostro partito». È probabile, però, che la transizione verso la stagione dei congressi sia più graduale. Cautela anche sui temi dell’Expo. Il governo è concentrato sulla manovra e la tenuta dei conti e non sembra che la nomina del commissario sia in cima alla lista delle priorità. D’altra parte Letizia Moratti non ha ancora ufficializzato di fronte alla Conferenza Stato Regioni le sue dimissioni: se la riunione del 7 luglio dovesse slittare, l’ex sindaco ha spiegato di voler «richiedere un comitato di coordinamento ristretto» proprio per formalizzare le dimissioni che aveva annunciato durante l’ultimo vertice del Bie a Parigi.
Letizia Moratti, però, intende dire ancora la sua sull’argomento. E ha annunciato che «invierà una lettera per chiedere la convocazione di un consiglio comunale straordinario » per la sua audizione come commissario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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