Roma - Inizia l’era Sarkozy e il centrodestra solleva in alto i calici, per un giorno ripieni di champagne. Una raffica di dichiarazioni per un successo a cui ciascun partito dà una lettura affine ai propri obiettivi politici. «La netta affermazione di Nicolas Sarkozy dimostra la volontà di cambiamento che sta attraversando tutta l’Europa e non solo la Francia» fa notare Silvio Berlusconi, raggiunto in serata a Macherio da una telefonata del nuovo presidente francese, al quale ha fatto le congratulazioni in una «cordiale conversazione». Spiega il Cavaliere: «La sconfitta della Royal è un’ulteriore prova del fatto che gli europei considerano ormai esaurita la capacità di governare della sinistra. Sono legato a Nicolas Sarkozy da antica stima e amicizia sul piano personale. Sul piano politico Sarkozy condivide gli stessi valori e gli stessi principi che sono alla base del nostro impegno politico e il programma che ha presentato ai francesi coincide sostanzialmente con il nostro».
Più secco e sintetico il commento di Gianfranco Fini, l’uomo che molti identificano come il «gemello italiano» del nuovo presidente francese. «In me c’è grande soddisfazione. La vittoria di Sarkozy dimostra che quando la destra coniuga sicurezza, giustizia sociale e rinnovamento è vincente». Adolfo Urso, invece, proietta il risultato sull’Italia, auspicando un ancoraggio del nostro sistema al bipolarismo. «Da destra si vince e si innova. Ora l’Europa è più liberale, più occidentale, più unita. Una lezione anche per l’Italia, il centrodestra deve unirsi come ha fatto in Francia Sarkozy, in un unico rassemblement, le tentazioni neo-centriste sono velleitarie, prive di prospettive politiche. La Francia conferma il bipolarismo tra centrodestra e centrosinistra». E se Altero Matteoli saluta la vittoria della «nuova destra politica che parla a tutti con un linguaggio efficace e credibile per le soluzioni concrete che prospetta», Maurizio Gasparri legge nel risultato francese «l’indicazione della strada per il centrodestra italiano: unità, chiarezza, rifiuto del politicamente corretto. La sinistra ha tentato con la Royal una operazione mediatica basata sul nulla e annegata in un fiume di retorica. La politica non è un concorso di bellezza».
Per l’Udc è Pier Ferdinando Casini a commentare, sottolineando le implicazioni europee del successo del candidato gollista. «La straordinaria vittoria di Sarkozy rappresenta una grande affermazione per il Ppe e per tutti quei moderati che credono al rinnovamento della politica». La Lega, invece, gradisce l’avvento dell’ex ministro dell’Interno soprattutto sul fronte della lotta all’immigrazione clandestina. A prendere la parola è Roberto Castelli che giudica «tranquillizzante» l’avvento di Sarkozy perché «c’è bisogno di prese di posizione decise e non ambigue su sicurezza, immigrazione, contrasto alla prepotenza di alcune religioni che non rispettano le nostre leggi e le nostre tradizioni». Roberto Cota, invece, saluta l’ingresso «nel panorama europeo di un altro esponente autorevole contrario all’ingresso della Turchia nell’Ue». Si complimenta con Sarkozy Gianfranco Rotondi, della Nuova Dc, per il quale «il neo presidente ha fatto una campagna elettorale all’insegna del berlusconismo e sulle tesi del leader della Cdl».
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