Berlusconi: via entro luglio tutti i rifiuti dalle strade di Napoli

Il premier ieri in città per la quarta volta: "Quasi finito lo stato d'allarme". Da gennaio in funzione il primo termovalorizzatore. In piazza tornano i disordini: scontri con la polizia

Berlusconi: via entro 
luglio tutti i rifiuti 
dalle strade di Napoli

Napoli - Entro «fine luglio» non ci saranno più rifiuti per le strade, «a gennaio» entrerà in funzione la «prima delle tre linee di smaltimento» del termovalorizzatore di Acerra che «ad aprile» sarà finalmente a pieno regime. Dall'enorme piazzale che accoglierà i mezzi che portano i rifiuti destinati all'inceneritore, in uno scenario quasi da fronte di guerra vista la massiccia presenza di militari e mezzi dell'esercito, Silvio Berlusconi scandisce il timing che dovrebbe portare entro i prossimi dieci mesi alla soluzione dell'emergenza rifiuti. E non perde l'occasione della battuta: «Dagli e dagli mi avete messo in una discarica...».

Una giornata, quella della sua quarta visita napoletana da quando è tornato a Palazzo Chigi, scandita anche dalla protesta dei comitati contro la discarica di Chiaiano che in mattinata manifestano per le strade del centro e in piazza Plebiscito. In pochi, per la verità, come non più di una decina sono gli attivisti che attendono il premier davanti all'ingresso del termovalorizzatore di Acerra. Segno evidente che rispetto a qualche settimana fa il clima è decisamente cambiato. Merito, secondo il sottosegretario all'Emergenza Guido Bertolaso, anche dell'impegno del governo. Perché, spiega, «una cosa è affrontare un problema di questa portata senza avere certezze quotidiane come in passato, una cosa è sapere che c'è chi ti tutela e chi ti guida». Anche per questo, dunque, i sindaci dei Comuni del napoletano starebbero rispondendo in maniera diversa all'appello dell'esecutivo. Tanto che durante la conferenza stampa Bertolaso ringrazia pubblicamente per la sua presenza il sindaco di Acerra Espedito Marletta, di Rifondazione comunista. «Pur su posizioni diverse - spiega - ha sempre tenuto aperto il dialogo». Con Berlusconi che non resiste. «Io faccio una politica di sinistra, una politica sociale. Io - dice ridendo - i comunisti li voglio convertire al capitalismo».

Con i sindaci interessati dagli impianti di smaltimento dei rifiuti e con il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, il Cavaliere ha un lungo faccia a faccia alla prefettura di Napoli per verificare lo stato dei lavori. «Presto - dice il presidente del Consiglio - saranno trasmessi degli spot per sensibilizzare la popolazione sulla necessità della raccolta differenziata». Anche per questo durante la conferenza stampa ad Acerra elogia pubblicamente il primo cittadino di Massa Lubrense, Leone Gargiulo, che vanta un piccolo record con il 74% di differenziata. «Se tutti i comuni avessero le stesse percentuali - dice il Cavaliere - avremmo anche meno necessità di costruire termovalorizzatori». Ragione per la quale conferma anche ai giornalisti l'intenzione di lanciare «una campagna di informazione» da portare avanti attraverso «tv pubblica e tv private».

Il ritrovato ottimismo di Berlusconi sulla possibilità di una rapida soluzione della crisi, però, deriva anche da una serie di accordi che si stanno chiudendo con i privati per smaltire i rifiuti fuori dalla Campania nel caso di intoppi all'ancora delicato ciclo di smaltimento dei rifiuti. «Avevo il timore che le Regioni cui spetta il benestare ad accogliere i carichi di immondizia, potessero opporre un veto. Invece - dice - ho avuto assicurazioni a riguardo». Se la Campania dovesse quindi avere bisogno di aiuto, ci sarà la solidarietà delle altre regioni. A partire da quelle più vicine per arrivare solo dopo a quelle del Nord. Questione, spiega Berlusconi, di cui si sta occupando un tavolo presieduto dal ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto.

Infine, una bacchettata all'Asia, la società che si occupa della raccolta dei rifiuti a

Napoli che la domenica invece delle quotidiane settemila tonnellate ne preleva solo quattromila. «L'esercito - dice il premier - lavora sette giorni su sette. La domenica, invece, che fanno questi signori? Vanno al mare...».

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