Berlusconi fa la pace con Giulio e lo promuove supervisore Pdl

RomaMedita a lungo e alla fine media, Silvio Berlusconi. E se al mattino l’umore non è dei migliori, col passare delle ore il Cavaliere trova la quadra e accontenta un po’ tutti. Complice il faccia a faccia nel primo pomeriggio con Umberto Bossi, che nei desiderata del Senatùr sarebbe dovuto rimanere top secret. Così, tenendo bene a mente l’obiettivo finale, «far di tutto per evitare lo scontro», il premier mette il sigillo all’operazione. E, dopo averla già anticipata via telefono a Giulio Tremonti, in serata la illustra pure di persona al diretto interessato, al titolare dell’Economia che ha oscillato tra la minaccia di dimissioni e la richiesta di promozione a vicepresidente del Consiglio (entrambe le opzioni al momento sono archiviate). Un colloquio di quasi un’ora, da cui Tremonti esce «soddisfatto», anche per aver avuto «la conferma di un forte rapporto personale e affettivo con il presidente». Il quale gli ribadisce, dal canto suo, l’esclusiva titolarità delle scelte in materia economica.
Ecco allora la soluzione, che viene affidata al partito, senza intaccare gli equilibri nel governo. Si predispone quindi un documento di fiducia, da far votare all’Ufficio di presidenza del Pdl, già fissato per il 5 novembre, e si disegna per il ministro un ruolo ben preciso come capo di un comitato economico creato ad hoc (sarà lui a scegliere il nome esatto della carica). Una sorta di cabina di regia interna - chiamata a tradurre nei fatti quella condivisione tanto richiesta da chi contesta la linea tremontiana del «no» - di cui faranno parte pure i tre coordinatori (Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini) e i capigruppo alla Camera e al Senato. È questa la summa di una lunga giornata di mediazione, portata avanti tra Villa San Martino e via dell’Umiltà, gestita a Roma dai coordinatori e dal deputato del Pdl Marco Milanese, braccio destro del ministro.
Soddisfatto anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti: «È stato chiarito ogni equivoco e continua con grande impegno una collaborazione che è stata sempre intensa e proficua da più di 15 anni». D’altronde, anticipava Sandro Bondi poco prima del vis-à-vis serale, «non può che andare tutto per il verso giusto». Insomma, si è trovato lo strumento per «riconfermare piena fiducia a Tremonti e attribuire a lui la giusta responsabilità politica».
Media dunque parecchio, il padrone di casa, convalescente per una leggera forma di scarlattina, che difficilmente metterà presto il naso fuori casa. «I medici gli hanno consigliato di rimanere a riposo», riferisce il ministro per i Beni culturali. Mentre La Russa, che assieme a Verdini e allo stesso Bondi l’ha incontrato due giorni fa, racconta: «Quando siamo entrati ci ha consigliato di non abbracciarlo, non si sa mai...». Un aneddoto su cui il responsabile della Difesa, nient’affatto preoccupato per l’eventuale contagio, ha scherzato: «Non ti preoccupare, noi abbiamo la pellaccia dura». Al di là delle battute, Berlusconi si appresta con molta probabilità a trascorrere la settimana ad Arcore. Domani non sarà presente al Cdm, né giovedì e venerdì a Bruxelles per il Consiglio europeo. A rappresentare l’Italia ci sarà il capo della Farnesina, Franco Frattini.
Si avvicina intanto l’istituzione del ministero della Salute (si profila la promozione di Ferruccio Fazio), più volte annunciato dal presidente del Consiglio. Oggi in commissione Affari costituzionali della Camera, e la settimana prossima in Aula, verrà discusso infatti il disegno di legge ad hoc, già approvato a fine settembre al Senato. Il provvedimento, tra l’altro, prevede la possibilità di nominare due nuovi sottosegretari (uno potrebbe andare ai Rapporti con il Parlamento): il numero complessivo dei componenti del governo salirebbe così a 63.
Infine, si attende di chiudere la partita sulle Regionali. La Lega insiste su Veneto e Piemonte, pur puntando magari sotto sotto sulla Lombardia, ma l’accordo finale verrà siglato forse la settimana prossima.

Al termine del vertice a tre tra Berlusconi, Bossi e Gianfranco Fini. Che giovedì scorso, intanto, ha pranzato alla Camera pure con Franco Frattini, Raffaele Fitto, Mara Carfagna. Nel menu, tra le pietanze politiche, le elezioni che si terranno a marzo.

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