Berlusconi è fiducioso: "Andiamo avanti così fino a fine legislatura"

Il premier tranquillo sull’esito del procedimento in corso a Milano anche se resta l’irritazione per la pubblicazione delle ultime intercettazioni. E sul dibattito alla Camera attacca: "Parlamento anacronistico rispetto ai tempi del Paese"

Berlusconi è fiducioso: 
"Andiamo avanti così  
fino a fine legislatura"

Roma È il giorno più lungo, il primo test di resistenza per i nervi dei parlamentari della maggioranza messi a dura prova dall’offensiva ostruzionistica e dall’esasperata tattica dilatoria dell’opposizione. Silvio Berlusconi assiste da lontano ai lavori, impegnato sull’emergenza immigrazione. Ma l’attenzione sul dibattito in corso alla Camera e sulla guerra di nervi che si gioca in aula è comunque altissima e i contatti con i parlamentari del Pdl non mancano.
«Questa giornata conferma ciò che vado dicendo da tempo: questo Parlamento così com’è è anacronistico e non consente di adottare decisioni con i tempi di cui il Paese avrebbe bisogno. Noi comunque manteniamo il sangue freddo e non cadiamo nelle provocazioni. Niente forzature ma piccoli passi» commenta e consiglia il premier, parlando anche con i ministri che fino alla settimana prossima gli assicureranno una costante presenza in aula. Una convinzione che si intreccia con la soddisfazione per la prova di compattezza offerta in queste ore dalla maggioranza.

Una tenuta che fa il paio con l’ottimo risultato ottenuto il giorno prima nella votazione sul conflitto di attribuzione. Quei 314 sì e 302 no per il premier sono la conferma che le opposizioni non sono in grado di spuntarla nei voti considerati strategici dalla maggioranza. Tanto più che anche la potenziale trappola del voto segreto non è riuscita a scompaginare gli equilibri.
«Sono nelle sabbie mobili, oggi hanno avuto la prova che si arriva alla fine della legislatura», commenta Berlusconi quando gli viene riferita la delusione del Pd di fronte alla tenuta dell’asse Pdl-Lega, saldo nel momento della prova parlamentare nonostante le frizioni delle ultime settimane sulla gestione dell’emergenza sbarchi. Chi ha parlato con il premier assicura che anche il processo di Milano non suscita in lui particolari preoccupazioni. «Il castello accusatorio in termini giudiziari non esiste» ripete e in ogni caso i tempi saranno tali da non andare a impattare sulla navigazione del governo.

L’unico motivo di malumore gli viene dall’ennesima pubblicazione di intercettazioni riguardanti la sua sfera privata. Una consuetudine a cui, raccontano, il premier non si è certo abituato e che continua a colpirlo, non solo per gli elementi intimi di quelle conversazioni ma per la violazione della privacy di altre persone, colpevoli soltanto di parlare al telefono con lui. Soddisfazione piena, invece, per la decisione non soltanto di Ruby, ma di tutti gli agenti presenti in questura la sera tra il 27 e il 28 maggio, di non costituirsi parte civile. Un’ulteriore conferma che ci si avvia verso un processo anomalo per un reato di cui nessuno si considera vittima.
Durante una giornata in cui le notizie si susseguono su diversi fronti, ci sono altre due partite che il premier continua a monitorare. La prima è quella dell’allargamento della maggioranza.

Dopo la votazione thriller del 14 dicembre, Berlusconi ha visto i numeri aumentare costantemente e ora, dopo il virtuale ingresso dei due lib-dem e alla luce dei malumori sempre più palpabili nell’Mpa e negli ambienti cattolici del Pd, vede avvicinarsi quota 330. Ma c’è anche l’implosione di Fli a Napoli a rallegrarlo.

Lo strappo consumato da Enzo Rivellini, ricevuto in serata a Palazzo Grazioli, sposta gli equilibri e fa alzare le possibilità di vittoria di Gianni Lettieri. La riconquista di Napoli, considerata decisiva dal premier nella valutazione del risultato delle amministrative, appare ora più vicina.

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