da Roma
«Dico la verità: mi sarei aspettato di esser invitato a scegliere di condividere un programma rigoroso, democratico e riformista... e invece...». Ha un pizzico damaro in bocca Enrico Boselli, segretario e guida del nuovo partito socialista, nato dopo lesperienza della Rosa nel pugno e rafforzato dagli arrivi di chi, come De Michelis, ha lasciato il centrodestra per tornare a sperare nellaraba fenice del socialismo italiano, seppellita a lungo dopo Tangentopoli. «Lincontro con i rappresentanti del Pd - svela - non ha prodotto risultati. In pratica ci hanno ripetuto: scioglietevi e troverete posto da noi. Ma è un discorso che sarà impossibile far marciare».
Buffo, no? Come mai un Veltroni che predica il riformismo vuole sopprimere chi da anni rivendica quella dottrina?
«Buffo sì. Noi socialisti siamo da anni e anni i riformisti: in Italia ed in Europa. E adesso che torniamo ad incollare i nostri cocci, ci vorrebbero annettere senza dialogo. Tutto deve avvenire nel Pd su basi precostituite che, al momento, ci ignorano del tutto».
Non sarà perché nel Pd si pensa che ammettere una eccezione per voi vorrebbe significare aprire una voragine di richieste analoghe da parte di altri? E che dunque è meglio siate soppressi per prendere il vostro posto?
«Non so se Veltroni ci vuole morti. Io resto convinto che il socialismo sia vivo e vitale in tutta Europa - e lo si comincerà a vedere dalle elezioni del 9 marzo in Spagna - tranne che in Italia. Ma non in quanto non sia in grado di concretizzare la sua spinta innovatrice, quanto per una anomalia tra le tante che si è creata in questo Paese da qualche anno...».
Mi par di capire che lei non creda tanto al fatto che il Pd si possa candidare per cercare di fare il «partito socialista» dei prossimi anni...
«Resto del parere che detti quando un paio danni fa partì il disegno del Partito democratico: un accordo tra ex-comunisti ed ex-popolari. Un partito diverso persino dallUlivo di Prodi... una cosa che non mi trovò daccordo allora e che continuo a non ritenere idonea, tantomeno a prendere il posto del Partito socialista in Italia e a stare al fianco degli altri socialisti europei».
Cosè? Pensa di ricorrere allInternazionale socialista per sbugiardare Veltroni ed i suoi?
«Non ho nessun bisogno dei caschi blu dellInternazionale socialista. Ci aspettiamo, naturalmente, la loro solidarietà, ma sappiamo combattere da soli. Non vogliono accordi di nessun tipo? Benissimo: andremo da soli. Del resto ritengo lo sbarramento del 4% difficile ma non impossibile. Hanno calcolato che in Italia cè una potenziale fetta di elettorato socialista che va dall8 al 10%. Cercheremo di fare una campagna forte, spiegando perché il socialismo è ancora utile in questo Paese, e con dei candidati credibili».
Esclude accordi con altri per saltare lasticella del 4%?
«Discuteremo il da farsi negli organi interni e poi valuteremo se ci sono possibilità o meno».
Uno spiraglio per la riedizione della Rosa nel pugno coi radicali, o credete sia difficile?
«Difficile. Comunque studieremo il da farsi».
E alla possibilità di approdare - se eletti - alla «grande coalizione» con Berlusconi e Veltroni?
«Vedo che Berlusconi parla di grandi convergenze, ma mi par chiaro - specie dopo lintesa sul partito unico con An e quella con la Lega - che si sta preparando a governare da solo e, semmai, a liquidare anche i conti interni rimasti aperti con Casini e lUdc. Secondo me, dopo il voto, avremo un governo Berlusconi di 5 anni. Anche perché ha 10 punti di vantaggio sul resto dei partiti e perché il Pd, non coalizzandosi, marcia dritto verso la sua sconfitta».
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