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Berlusconi incontra l’amico Putin e incassa lo storico accordo sul gas

nostro inviato a Mosca

Una giornata a Soci, la Costa Azzurra del Mar Nero, per mettere nero su bianco quelle che sono destinate ad essere le nuove vie del gas che dalla Russia portano all'Europa. Un'intesa economica che sancisce nei fatti un altro passo nel processo di avvicinamento tra Unione europea e Paesi dell'Est su cui negli ultimi tempi molto si è speso Silvio Berlusconi. Tanto che a fine aprile è stato il primo leader europeo ad incontrare il discusso presidente bielorusso Alexander Lukashenko, perché - aveva spiegato il Cavaliere - il dialogo è «il solo modo per aiutare i processi di democratizzazione».
L'incontro tra Vladimir Putin e Berlusconi è come al solito improntato a una cordialità che va ben oltre i buoni rapporti tra due diplomazie amiche e che costringe il protocollo a farsi da parte quando al termine del bilaterale il premier russo decide di togliersi la giacca e mettersi alla guida di una Mercedes per accompagnare il Cavaliere alla dacia Riviera messa a disposizione dal governatore della regione di Krasnodar. Poi, tutti al ristorante Mare Blu per brindare all'accordo per la realizzazione del gasdotto South Stream, sottoscritto dal presidente di Gazprom Alexei Miller e dall'amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni. Un'intesa destinata a portare in Italia il gas dei giacimenti russi e che prevede l'ampliamento della capacità di trasporto dell'impianto da 31 a 47 miliardi di metri cubi all'anno. Ma soprattutto, fanno notare Putin e Berlusconi, un passo importante verso una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti verso l'Europa, visto che le nuove rotte del gasdotto russo non attraverseranno più l'Ucraina.
Ed è Putin a lanciare il Cavaliere nel ruolo di «mediatore» tra la Russia e l'Unione Europea. Perché, spiega, «molto è stato fatto grazie agli sforzi personali di Berlusconi». «Se avessimo con i Paesi europei lo stesso rapporto che abbiamo con l'Italia - aggiunge - sarebbe una ottima cosa per lo sviluppo delle nostre relazioni». Insomma, «se Silvio ha avuto questo ruolo nei rapporti tra Italia e Russia, può averlo anche nei rapporti tra la Russia e l'Ue». Parole che il presidente del Consiglio raccoglie con soddisfazione, visto che da tempo va dicendo - e lo ha ripetuto anche a Soci - che «l'Unione europea ha bisogno della Russia e la Russia ha bisogno dell'Unione europea». Nessun dubbio, invece, sull'opportunità dell'intesa su South Stream che - obietta un cronista - renderebbe l'Europa troppo dipendente dalla Russia sul fronte gas. «Dovremmo essere felici - ribatte Berlusconi - che un Paese amico ci dà la possibilità di avere l'energia di cui abbiamo bisogno. Se poi l'Ue lo riterrà giusto potrà rivolgersi anche ad altre fonti di energia».
La due giorni russa continuerà oggi nel castello di Barvikha, immerso nella foresta vicino Mosca, dove Berlusconi incontrerà il leader del Cremlino Dmitri Medvedev. Sul tavolo l'attualità internazionale, a partire dalla crisi economica globale e dal ruolo del G8 nell'affrontarla, passando per le relazioni della Russia con Usa, Nato e Ue. Insomma - spiegava il Cavaliere ieri mattina al termine di una conferenza stampa a Palazzo Chigi riferendosi alla sua visita in Egitto - non è vero che «andiamo a fare missioni all'estero per visitare le discoteche». Parole seguite da un documento di due pagine e mezzo consegnato ai giornalisti e intitolato «Principali risultati della recente attività di politica estera del presidente del Consiglio». A seguire, gli esiti del bilaterale Italia-Egitto del 12 maggio e la visita in Russia di ieri e oggi. A Sharm El Sheik, si legge nell'appunto, sono stati firmati «14 importanti accordi, risultati concreti frutto dell'azione del governo». Spiccano quelli «tra Eni e ministero egiziano del Petrolio per lo sfruttamento di giacimenti nella Penisola del Sinai e lungo la costa egiziana» e quelli «per il raddoppio dell'impianto di Gpl di Damietta». La portata finanziaria iniziale dell'accordo è di circa 4 miliardi di dollari, ma arriverà fino ad 8 miliardi.

«Spiace - concludeva Berlusconi prima di partire per Soci - non averlo visto scritto su nessun giornale».

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