nostro inviato ad Arezzo
Silvio Berlusconi decide di prendersi due giorni di relax e osserva da lontano la kermesse aretina dove forse per la prima volta il Pdl inizia a farsi davvero partito. Non che lappuntamento non interessi al premier, ma è chiaro che una sua presenza avrebbe distorto il senso di una riunione che rievoca il clima della Prima Repubblica, quando la corrente dorotea della Dc si ritrovava in convegni affollati di notabili e questuanti. Così, il Cavaliere preferisce passare il sabato a cantare canzoni francesi al matrimonio del ministro Gelmini e dedica la domenica al solito sopralluogo a Villa Gernetto per poi andare al derby di San Siro. In mezzo, diverse telefonate con il ministro Fitto e i vertici del Pdl per cercare di chiudere la querelle pugliese, risolta in serata con il via libera alla candidatura di Rocco Palese, capogruppo del Pdl in regione. Ancora da ufficializzare, invece, altre due caselle. Con il sindaco di Civitanova Massimo Mobili in pole position nelle Marche e lex deputato Nicola Pagliuca che dovrebbe avere la meglio su Magdi Allam in Basilicata.
Decisioni che saranno prese a brevissimo, perché Berlusconi vuole dare fuoco alle polveri della campagna elettorale al più presto. Lappuntamento clou sarà una grande manifestazione di piazza con i vertici del Pdl e tutti i candidati governatori per lanciare una sorta di «Patto per lItalia» tra governo nazionale e i futuri presidenti di regione. Allo studio, poi, cè lidea di lanciare un «Piano per il Sud» al quale sta lavorando il ministro Scajola che dovrebbe presentarlo al premier entro fine mese. Un progetto che, tra le altre cose, prevede sgravi fiscali e un sistema di fiscalità di vantaggio in favore delle imprese che investono nel Meridione.
Ad Arezzo, intanto, il Pdl affronta il nodo alleanze. Con i soliti affondi agli «inaccettabili» dellUdc e aprendo un nuovo fronte con la Lega. Sono in molti, infatti, a temere «labbraccio del Carroccio», soprattutto nelle regioni del Nord e in particolare in Veneto, dove il rischio sorpasso è evidentemente concreto. «La Lega - dice Verdini - ha idee forti che prendono limmaginario ma che non so fino a che punto possano essere applicate». «Al Nord - spiega Cicchitto - ci siamo un po seduti nellinsediamento sociale e il Carroccio ci sta scavalcando». Ed è anche per questo che Alemanno è daccordo a chiudere intese con Casini, per «alleggerire» il peso di Bossi nel centrodestra. Nonostante La Russa sia convinto che «la rappresentanza del Nord» sia «saldamente nelle mani del Pdl».
Un dibattito aperto, dunque. Che, spiega Bonaiuti, «dimostra il livello di democrazia interna al Popolo della libertà». Ma sul quale il sottosegretario alla presidenza del Consiglio non nasconde una certa perplessità, perché «la Lega è un alleato credibile e leale». Insomma, «tra noi cè una competizione sana» e alla fine «chi ha più benzina va più forte». Un concetto sul quale è daccordo anche Berlusconi, che più duna volta in questi giorni ha rintuzzato in privato chi manifestava perplessità sullavanzata del Carroccio. La verità, è il senso del suo ragionamento, è che «dovremmo essere presenti e attivi sul territorio come loro».
Ad Arezzo, però, Bonaiuti apre anche un altro fronte quando dice che il Pdl «non è una monarchia e neppure una diarchia». Di fatto, una replica a Tremonti che sabato laveva definito «una monarchia temperata da un altissimo grado di anarchia». E, aggiunge il portavoce del premier, «non è neanche una caserma». Espressione, questa, usata polemicamente da Fini qualche tempo fa. Lo dimostra questa riunione, aggiunge, ma pure il fatto che le decisioni sono prese dallufficio di presidenza, «un posto dove si discute e ci si confronta».
Insomma, conclude Bonaiuti, è necessario «superare» anche «la logica miope delle quote, del tanto a me e tanto a te». E, aggiunge Gasparri, «confrontarsi nel partito senza il rispetto delle vecchie caselle».
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