da Roma
Berlusconi decide di procedere a vista. Perché tante sono le variabili, politiche e non solo, e sul fronte giustizia qualsiasi decisione va ponderata nel minimo dettaglio. Con cautela e prudenza. Così, non solo sul decreto legge sulle intercettazioni ma anche sulla sua partecipazione alla puntata di Matrix annunciata per questa sera la situazione resta in evoluzione fino a dopo l'una di notte.
D'altra parte, anche tra gli uomini più vicini al premier ci sono «falchi» e «colombe». Con i primi convinti che il Cavaliere debba andare avanti senza esitazioni, sia sulle intercettazioni (con un decreto legge) sia intervenendo a Matrix, dove dovrebbe spiegare «agli italiani» le sue ragioni sul processo Mills e sulla valanga di intercettazioni che da Napoli stanno rimbalzando sulle colonne de L'Espresso. E con i secondi che continuano invece a predicare cautela, sottolineando con insistenza i segnali arrivati nelle ultime 48 ore dal Quirinale e chiedendo a Berlusconi di aspettare almeno questa mattina, quando avrà per le mani la copia «staffetta» de L'Espresso.
Così, non è affatto strano che in vista di Matrix lo staff che si occupa della comunicazione del premier abbia già pronti sulla questione giustizia due diversi dossier. Anche perché, che Berlusconi questa sera si presenti negli studi del Palatino non è per nulla scontato. Non che sulla questione giustizia il Cavaliere abbia cambiato idea. Al punto che nel pranzo a Montecitorio con Fini e Letta ribadisce più volte la necessità di intervenire con un decreto legge sulle intercettazioni che «sono la vera emergenza nazionale» (una soluzione che il presidente della Camera ritiene però «impraticabile»). E tanto Berlusconi ne è convinto che arriva anche a ipotizzare una protesta di piazza contro quella parte della magistratura che «vorrebbe commissariare il Paese». «Di Pietro chiama l'Italia a manifestare? Questa volta - dice a Fini - in strada la gente ce la porto io...».
Una cosa, però, sono i convincimenti personali, altra le dichiarazioni pubbliche. Soprattutto davanti a una platea così vasta come quella di Matrix. E anche per questo in una lunga cena a Palazzo Grazioli il Cavaliere avanza più d'una riserva sulla partecipazione al programma. Insomma, da una parte il fatto di fare davvero quel «messaggio al Paese» annunciato due settimane fa a Bruxelles, dall'altra la scelta di usare toni più o meno duri hanno necessariamente delle conseguenze politiche. Soprattutto nel rapporto con il Quirinale che, sostiene più di uno dei parlamentari di casa a Palazzo Grazioli, in queste ore si starebbe spendendo anche nei confronti della Procura di Milano. Così, c'è anche chi vede un nesso tra gli affondi del premier degli ultimi giorni e la decisione del Csm di promuovere presidente di sezione del Tribunale di Milano la Gandus, il giudice che presiede il processo Berlusconi-Mills.
Così, solo oggi Berlusconi deciderà davvero se andare a Matrix e che linea seguire. Se quella più «aggressiva» o quella più «istituzionale». Nel primo caso, l'affondo contro i magistrati sarebbe nettissimo. Con richiami al fatto che ancora una volta un governo democraticamente eletto deve scontare l'assedio delle Procure. E nel dossier che gli è stato preparato c'è anche un j'accuse alla Procura di Napoli che ha lasciato andare avanti per anni l'indecenza dei rifiuti per poi essere più che solerte nello sbobinare (e girare ai giornali) migliaia di intercettazioni. Il messaggio, spiega chi ha occasione di parlare con il premier, sarebbe nettissimo: non è un problema che riguarda solo Berlusconi: a essere spiati sono tutti gli italiani. Decisamente più prudente, invece, la via «istituzionale». In questo caso il Cavaliere non risparmierebbe le sue critiche a quei giudici che fanno un uso politico del loro ruolo ma potrebbe limitare al minimo gli affondi. Nessuna concessione, invece, sulla questione intercettazioni, un problema sul quale il premier non ammette incertezze. Dagli studi del Palatino, però, il Cavaliere dovrebbe affrontare anche le questioni di politica estera, soprattutto in vista del G8 di Okkaido (domani il premier partirà per Tokyo).
Partita aperta anche sul fronte intercettazioni. Ieri, infatti, il ministro della Giustizia Angelino Alfano gli ha consegnato il testo del decreto legge. Sul quale, però, frenano sia An sia la Lega. Anche se il Cavaliere pare deciso ad andare avanti. «Il testo del decreto - spiega Paolo Bonaiuti - sarà presentato e discusso in Consiglio dei ministri (domani, ndr).
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