Berlusconi: «L’inchiesta di Trani è fuori legge»

RomaQuando in mattina i legali di Berlusconi presentano un’istanza alla procura di Trani per sapere se il nome del presidente del Consiglio sia sul registro degli indagati la riposta che arriverà in serata ad Arcore è già ben nota. Che il Cavaliere consideri infatti l’ultima querelle giudiziaria solo «l’ennesimo tassello» di una strategia che mira a delegittimarlo in vista della tornata elettorale di fine marzo non è certo una novità. Il premier l’ha detto più volte in privato, preannunciando dopo il caos liste elettorali - la cui responsabilità, ha spiegato pubblicamente Berlusconi, è dei magistrati che dovevano accoglierle - altre «sorprese» prima del voto.
Così, ci sta che in un’intervista al Gr1 il premier affondi ancora di più i colpi, definendo la manifestazione delle opposizioni di sabato scorso «la fotografia di un clima avvelenato che va avanti da mesi», da quando «la sinistra ha armato le procure contro di noi e usa le intercettazioni e la giustizia a orologeria per la sua campagna di insulti sui suoi giornali e nelle piazze». Dall’inchiesta di Trani, infatti, il Cavaliere si dice «scandalizzato» perché «ci sono state palesi violazioni di legge». Nel merito entra Niccolò Ghedini, che definisce l’ipotesi accusatoria - concussione, violenza e minaccia a corpo politico, amministrativo o giudiziario - «fuori da ogni logica e in una situazione giuridicamente inconcepibile e intollerabile». Perché, spiega il legale del premier, «la tesi non è soltanto destituita di ogni fondamento in fatto ma è contraria al buon senso e a ogni possibile ipotesi contenuta nel codice». E poi, aggiunge Ghedini, «è evidente che la competenza territoriale non può che essere della procura di Roma ed è quindi ovvio che tutti gli atti di indagine sono in violazione della legge». Insomma, «ci dovrebbe essere un limite alla fantasia della magistratura».
Tanto che Berlusconi parla di «iniziativa grottesca». Ma, aggiunge, «non sono affatto preoccupato» perché «sono intervenuto a destra e a manca» contro i processi in tv e «senza dare agli accusati nessuna possibilità di difesa». «Le mie posizioni - aggiunge - non sono soltanto lecite ma anche doverose, le posizioni di tutte le persone perbene e di buonsenso». Che il premier non gradisca alcuni talk show, insomma, non è certo un mistero visto che più volte Berlusconi ha affrontato l’argomento in pubblico. Berlusconi, dunque, non esita a parlare di un’inchiesta che ha «fini puramente mediatici» visto che «c’è un diritto del presidente del Consiglio di parlare al telefono con chiunque senza essere intercettato anche surrettiziamente come, invece, avviene in questo caso».
Ed è anche per questo che il Pdl ha deciso di manifestare sabato a Roma. «Noi - dice il Cavaliere - scendiamo raramente in piazza. Ma stavolta è doveroso farlo per difendere la nostra libertà e democrazia. C’è un gioco sempre più scoperto e sempre più pericoloso che vede alleati la sinistra, i suoi giornali e i magistrati politicizzati di sinistra». Una strategia in atto da tempo: «Si sono prima inventati una Tangentopoli che non c’era e non c’è. Poi hanno provato a schizzare del fango anche sul miracolo compiuto in Abruzzo e hanno cercato di estromettere le liste del Pdl in Lombardia e nel Lazio dando la colpa ai nostri delegati che invece non hanno nessuna responsabilità».


Anche per questo il premier si appella ai moderati del centrodestra che, almeno stando ai suoi sondaggi, hanno in parte risentito di quello che non esita a definire un accerchiamento. Un appello affinché non cadano nel «tranello» dell’astensionismo in cui rischia di portare «questo clima da angoscia» dovuto «all’avvelenamento dell’atmosfera politica».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica