Berlusconi «licenzia» Leo «È un po’ testardo» Galliani: «Non ci credo»

Le ormai tradizionali cene del mercoledì sera di Palazzo Grazioli organizzate da Berlusconi con i senatori del Pdl sono diventate una sorta di appuntamento semi-ufficiale per conoscere parole e pensieri del premier sul suo Milan. Diverse volte, dalla residenza romana del presidente del Consiglio sono sgusciate numerose schegge impazzite, tutte con un unico destinatario: il tecnico Leonardo. «Il Milan ha tutto per vincere, se solo lo facessero giocare bene», 17 febbraio 2010; «Vi spiace se spegniamo il televisore?», 10 marzo 2010, al raddoppio del Manchester United, durante il ritorno degli ottavi di Champions. E ancora: «Piango per il Milan e ci metto anche il grano», oppure, «sono deluso, direi disperato. Addolorato è la parola giusta».
Una scena che si è ripetuta anche mercoledì sera, secondo quanto hanno riferito ai cronisti diversi senatori presenti alla cena: Leonardo, avrebbe spiegato il premier, «vuole andare via. È una bravissima persona, ma la squadra quest’anno ha giocato male. E l’allenatore ha schierato la squadra in un modo che non sempre mi è piaciuto». Parole che, di fatto, sanciscono la fine dell’avventura rossonera di Leonardo, partita con il cavaliere entusiasta per la scelta del brasiliano e suo primo sponsor, incrinatasi irrimediabilmente dopo un’uscita del tecnico all’indomani della sconfitta casalinga contro lo United: «Basta una parola e vado via».
Durante la cena, il Cavaliere avrebbe inoltre approfondito la questione tattica, accennando all’isolamento delle punte, «ma lui è testardo e ha voluto fare sempre di testa sua. In ogni caso è un bravo allenatore e una brava persona», prima di trincerarsi dietro al silenzio e a una battuta, pungolato sul nome del futuro tecnico: «Non posso dire nulla, ci sono delle trattative in corso. La cosa migliore - ha scherzato - è che lo facessi io...». La serata quindi si è conclusa con un brindisi per festeggiare l’Inter: «Io faccio sempre il tifo per una squadra italiana che gioca all’estero. L’Inter è stata molto brava ed è dura - ha concluso Berlusconi - dirlo da milanista...».
«Non credo che queste cose le abbia dette Berlusconi, ma qualche politico», l’unico virgolettato a riguardo dell’ad rossonero Adriano Galliani, che da solo vale più di una smentita ufficiale del club, prima di riservarsi una battuta sui nerazzurri: «Per la prima volta non potrò assistere alla finale». Veritiere o meno, però, le parole di Berlusconi non possono che rischiare di destabilizzare un ambiente che nel giro di poche settimane è passato dal sogno scudetto al terrore di poter perdere persino il terzo posto e l’accesso diretto alla prossima Champions League. Un obiettivo fondamentale nella stagione rossonera, passaggio obbligato per garantire soldi freschi nelle casse di via Turati e continuare la scalata al pareggio di bilancio e al fair-play finanziario, vincolo obbligatorio per partecipare alle competizioni Uefa dal prossimo 2012.


Quello che succederà a Milanello a partire dalla prossima stagione è ormai evidente: Leonardo volerà in Brasile dove assumerà incarichi dirigenziali per l’organizzazione del mondiale, mentre sulla panchina del Milan siederà Filippo Galli, nome gradito e fedele alla linea «il Milan ai milanisti», promosso in prima squadra dopo l’ottimo lavoro fatto alla guida del settore giovanile rossonero.

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