RomaOnorevole Bocchino, vicepresidente dei deputati Pdl, nelle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sul presidente Berlusconi i conti non tornano.
«Nella migliore delle ipotesi è una bufala, nella peggiore una macchinazione».
Può spiegare?
«Nella migliore delle ipotesi il collaboratore non potrebbe parlare perché sono già scaduti i sei mesi concessi dalla legge e se rende deposizioni di sua iniziativa ha come obiettivo quello di screditare un governo che ha reso definitivo il 41-bis (il carcere duro per i mafiosi, ndr), che ha messo in campo mezzi e risorse per la lotta alla mafia e che ha effettuato numerosi sequestri e confische».
Perché lo farebbe?
«Perché il 41-bis isola i mafiosi dal clan e fa loro perdere il patrimonio e quindi il potere. E la nostra maggioranza con sequestri e confische li ha colpiti».
Se fosse una macchinazione, invece?
«Sarebbe molto più grave. È impensabile che Berlusconi possa essersi messo a trattare con la mafia. Sono accuse che screditano limmagine internazionale del Paese. Se fossero formalizzate potrebbero essere smontate in tre mesi, ma con un grave danno alla reputazione. E come fa notare il Viminale, poiché Spatuzza ha iniziato a collaborare nel giugno 2008 sono utilizzabili le dichiarazioni rese fino alla fine dellanno».
E i magistrati?
«Siamo stati abituati a vedere una magistratura eroica rappresentata da Falcone e Borsellino. Borsellino è un esempio per la destra in Italia di come limpegno politico non abbia avuto riflessi nellattività. Falcone denunciò un pentito che aveva accusato un politico (Andreotti; ndr) per screditarlo».
Ma non tutti sono come Falcone e Borsellino.
«Cè una minoranza rumorosa di magistratura politicizzata che ci ha abituato ad accuse poi rivelatesi infondate come quelle a Tortora e Andreotti».
E fino a che punto potrebbero arrivare?
«Non credo che potrebbero essere registi di un complotto. Si è creato un clima di scontro fra questa minoranza e Berlusconi che viene considerato unanomalia politica per il rapporto diretto con il popolo. Questo spinge i magistrati a scavare nel suo passato. Penso sia innocente pure nelle vicende che riguardano la sua carriera imprenditoriale, anche se è lecito controllare. Ma un conto è il caso Mills un altro è il concorso esterno che è un reato sociologico. È difficile difendersi da calunnie che mettono nei guai».
I processi riguardano avvenimenti di oltre 15 anni fa.
«In tutta la vicenda giudiziaria di Berlusconi emerge un fatto: fino al 1993 è stato una persona per bene, non è stato così dal 1994 quando è entrato in politica. Nei dibattiti chiedo sempre a Di Pietro come mai il Pool di Milano, che ha rivoltato i politici come un calzino, non si fosse mai accorto di nulla. Non ci si rende conto che così si fa male al Paese perché è naturale che ad unazione segua una reazione e che Berlusconi si senta in diritto di tutelarsi da quelli che considera attacchi».
Quindi servono le riforme?
«Dobbiamo intervenire su tre piani. Il primo è il ddl sulla giusta durata dei processi che è quello che chiedono gli italiani: velocizza i procedimenti e sottrae Berlusconi allaggressione. Poi bisogna trovare la via maestra per tutelare la politica: o reintroduciamo limmunità parlamentare, che in Europa ha approvato pure il centrosinistra, o approviamo il Lodo Alfano come legge costituzionale. Il terzo livello è la riforma costituzionale: separazione delle carriere, riforma del Csm e discussione sullobbligatorietà dellazione penale. Su questi ultimi punti sono convinto che il ministro Alfano possa fare molto bene. Bisogna far capire che non sono riforme per Berlusconi ma riforme per il Paese».
È lo stesso per Cosentino?
«Le accuse sono fragili, ma la differenza è lopportunità: mentre Berlusconi è stato scelto dagli elettori, Cosentino no.
Sulle riforme si parlano lingue diverse?
«Il centrodestra dovrà avviare il dialogo. Se lopposizione si chiama fuori, se ne assumerà le responsabilità».
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