da Roma
A far crescere il nervosismo che inquieta l’Udc, ha provveduto ieri Silvio Berlusconi, auspicando «un autunno che porti cambiamenti» e ribadendo che più dello sciopero fiscale proposto dalla Lega, è importante «una intesa» per far cadere Romano Prodi e puntare poi a «ridurre la pressione fiscale». Probabilmente il leader di Forza Italia intravede una scadenza ravvicinata per il “cambio”, e sarà per questo che nonostante le ferie estive sta intensificando la ricerca di accordi nella piccola galassia postdemocristiana. Tesse la sua tela, il Cavaliere. Col partitino di Giuseppe Pizza che è legale proprietario dello Scudocrociato (secondo gli esperti, lo storico simbolo vale da solo un punto percentuale), con la Dc per le Autonomie di Gianfranco Rotondi (leggi l'intervista: "La nuova Dc entrerà nella Cdl"), col Pdc dell’immarcescibile Gianni Prandini, con Rifondazione democristiana di Publio Fiori e pure con Clemente Mastella. Tutto ciò provoca preoccupazione nel partito di Pier Ferdinando Casini. Nell’Udc montano la sindrome dell’accerchiamento e il timore di ritrovarsi isolati.
Sintomi della fibrillazione che agita la formazione più grande della diaspora postdemocristiana, sono da una parte la fresca nota fatta diffondere dal segretario Lorenzo Cesa dove si precisa che l’Udc è «pienamente legittimata» ad esibire lo Scudocrociato «e la scritta libertas» al centro del suo simbolo; e dall’altra, la dura dichiarazione affidata ieri da Maurizio Ronconi alle agenzie di stampa a commento delle proposte leghiste. «O nel centrodestra la si smette con le estemporaneità come quella dello sciopero fiscale, oppure non solo la Cdl ma l’intera coalizione è morta e sepolta», minaccia il fedelissimo di Casini.
In verità, anche da Berlusconi viene il no allo sciopero fiscale. Era ieri a Milano per far visita alla madre Rosa che «a poco a poco si sta riprendendo». Poi, il Cavaliere è passato a commentare i resoconti della festa che ha organizzato per Ferragosto a Villa Certosa. «Per quanto riguarda le cronache che sono apparse ci siamo fatti delle risate, perché poche delle cose dette erano vere», ha esordito precisando: «Non ho mai portato al collo smeraldi, non ci sono state certe persone che invece erano state segnalate come presenti a villa Certosa», s’è trattato semplicemente di «una festa in famiglia, in cui mia figlia ha invitato i suoi ospiti, l’altra mia figlia ha invitato i suoi amici, mio fratello ha invitato i suoi e mia sorella ha fatto la stessa cosa». Come sono venute fuori allora, quelle ricostruzioni? «Non lo so», ha risposto Berlusconi, «so soltanto che non tengo farfalle in teche, perché altrimenti sarebbero prigioniere».
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