Roma - "Dobbiamo far crescere il nostro partito, organizzarlo sempre meglio sul territorio, garantendo la piena partecipazione democratica a tutti gli iscritti e a tutti gli elettori secondo quanto previsto dallo statuto per lo svolgimento dei congressi". Lo scrive il premier Silvio Berlusconi in un messaggio al sindaco di Roma Gianni Alemanno in occasione del convegno dei circoli "Nuova Italia". Nel messaggio il premier auspica di "non lasciare spazio a contrapposizioni correntizie che paralizzerebbero la vita" del Pdl.
"Caro Gianni è con piacere che rivolgo il mio saluto a te e a tutti i partecipanti a questo importante appuntamento della fondazione e dei circoli di Nuova Ivada a farsi un girotalia, un evento di sempre maggior rilievo nell'ambito del Popolo della Libertà, che quest'anno festeggia i suoi primi dieci anni", scrive il premier nel messaggio inviato al sindaco di Roma letto nell'ultima giornata dei lavori al convegno di Orvieto. "Ho visto il programma dei lavori, un cartellone ricchissimo e articolato - prosegue - in piena sintonia con il nostro programma elettorale e con l'azione di governo. Le sessioni di approfondimento relative ai temi del federalismo, dell'unità nazionale e della riforma dell'università riguardano argomenti centrali per il presente e per il futuro del Paese e sono convinto - conclude - che dalle tavole rotonde del meeting di Orvieto emergeranno spunti e suggerimenti preziosi".
Congressi Il premier si dice d'accordo con la proposta di Gianni Alemanno di tenere congressi comunali e provinciali. "Con questo auspicio - conclude Berlusconi nella sua lettera - auguro a te e a tutti i partecipanti un buon lavoro nella certezza che la tua fondazione continuerà ad essere protagonista nello scenario politico culturale del centrodestra". "Per quanto riguarda poi la sessione dedicata al Popolo della Libertà è mia convinzione e ne sono certo, anche vostra, che abbiamo creato il più grande protagonista della politica italiana, un grande partito popolare e nazionale animato dal principio della libertà, che la maggioranza degli italiani attendeva da tempo".
La Russa: "Fini, magari al posto di Scajola" "Sono ancora pronto a spendermi perché si trovi un accordo tra Fini e Berlusconi. Non credo che si possano fissare regole e regolette per governare la guerriglia esistente, però esiste forse un corridoio molto stretto perché vi esploda il clima che fece nascere il Pdl. Facciamo ad esempio un'ipotesi fantascientifica: se Fini e Berlusconi si trovassero d'accordo che Fini entri nel Governo, magari al ministero delle Attività produttive, lasciando la carica istituzionale per svolgere un ruolo anche nel partito, la situazione cambierebbe radicalmente. So che è molto difficile, ma se si chiudesse anche questo spiraglio avrebbero ragione i pessimisti".
Sullo strappo tra Fini e Berlusconi credo esista "un piccolissimo spiraglio per poter ricreare lo spirito che ha dato vita al Pdl ed io mi metto a disposizione per cercare questo spiraglio", spiega La Russa. "Non credo invece - prosegue - che ci sia spazio per trovare regole o regolucce che cristallizzino una 'guerriglia armata' perché la 'guerriglia' non può essere regolata". "Se non si riesce a trovare quello spiraglio - avverte il coordinatore nazionale del Pdl - chi oggi è pessimista sugli sviluppi di questa vicenda finirà per avere ragione. Auguriamoci che non sia così".
La Russa: "Granata chieda scusa" "Dico all'amico Fabio Granata: o dici nomi, cognomi o almeno dai indizi forti sui pezzi del governo che starebbero ostacolando la lotta alla mafia, e in quel caso io non potrei stare un minuto di più nel governo se una cosa del genere fosse vera, oppure tu chiedi scusa o lascia il partito", ha detto il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, parlando alla platea della fondazione Nuova Italia e rivolgendosi all'esponente finiano.
"Non ho davvero nulla di cui scusarmi". Granata risponde così a La Russa che gli aveva posto, anche lui come aveva fatto ieri Maurizio Lupi, un aut aut: o chiedi scusa o lasci il partito. "Le verità che ho detto - aggiunge Granata - sono oggettive e sostenibili in qualsiasi sede, anche in quella (se esiste) dei probiviri del Pdl dove La Russa e gli ex amici di An potranno chiedere con forza la mia espulsione e ribadire la loro fraterna solidarietà a Verdini e Cosentino". "La Russa continua a strumentalizzare affermazioni serie ed equilibrate da me portate avanti nel contesto della Commissione Antimafia e che erano riferite all'inopinata negazione da parte della Commissione ministeriale presieduta da Alfredo Mantovano del regime di protezione per Spatuzza, considerato attendibile - ricorda Granata - da ben tre Procure sulla questione delle stragi del '92''. "Diniego che - prosegue il deputato finiano - era stato letto da più parti come una forma di deterrenza rispetto alla sua collaborazione".
Ma Granata è un fiume in piena. "Visto che La Russa mi chiede spiegazioni sulle mie affermazioni - aggiunge - gli dico anche che io mi riferivo alle decine di esternazioni contro le Procure di Caltanissetta e Palermo colpevoli di cercare irriducibilmente la verità sulle stragi. E, per avere i nomi, La Russa può semplicemente consultare le agenzie di stampa degli ultimi due mesi". "Poi - sottolinea Granata - mi riferisco anche ad un ddl sulle intercettazioni, difeso con forza dal governo in una stesura originale che, per quanto riguarda le intercettazioni telefoniche ambientali, avrebbe indebolito lo strumento più importante per le indagini di mafia, se non fosse intervenuta la nostra volontà radicale di modificarlo".
Mantovano: Fini si eprima su Granata "Le dichiarazioni di Granata sono di una gravità assoluta. Non devo ricordare a nessuno la mia storia personale. Io, da esponente del governo ma soprattutto da componente della camera dei deputati chiedo al presidente della camera Gianfranco Fini che, in avvio della prossima seduta che lui presiederà, dica qualcosa sul punto". Lo afferma Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno replicando alle dichiarazioni del vice presidente della commissione antimafia Fabio Granata. "Lo esigo - aggiunge Mantovano - in base alla mia storia personale e alla vicinanza allo stesso Fini con cui abbiamo condiviso un percorso ed in base all'azione di governo che si sta facendo da due anni a questa parte. L'antimafia delle chiacchiere fa danni perché delegittima il lavoro delle forze polizia". Una volta c'erano i "professionisti dell'antimafia", oggi ci sono i "professionisti della legalità", stanno a destra e aprono "fuoco amico" sul governo, ha aggiunto Mantovano. "La guerra alla mafia che questo governo sta conducendo - ha sostenuto Mantovano - ha degli effetti collaterali: irrita i professionisti dell'antimafia. E' inconcepibile: ma come, il governo Berlusconi vara norme che noi non avremmo mai pensato di vedere approvate e fa delle azioni che i governi di sinistra non si sono mai sognati di realizzare? L'elemento di novità però - ha aggiunto - è che fino a non molto tempo fa i professionisti dell'antimafia stavano solo a sinistra: oggi c'é il fuoco amico; oggi si utilizzano questi temi, così difficili, così delicati, non solo come strumenti di lotta politica, ma come strumenti di contrapposizione interna; e hanno fatto un salto di qualità e hanno ampliato la prospettiva: da professionisti dell'antimafia a professionisti della legalità". "Noi - prosegue il sottosegretario - siamo l'antimafia dei fatti, loro sono l'antimafia delle chiacchiere; e il bilancio di questa antimafia delle chiacchiere è pesante: perché oscura mediaticamente l'antimafia dei fatti, cioé gli sforzi delle forze di polizia, di larga parte dell'autorità giudiziaria, del governo e del parlamento, che hanno avviato una strada assolutamente nuova nella lotta alla mafia; perché pretende di imporre una propria arbitraria lista dei buoni e dei cattivi: quello sì, quello no, spesso senza sapere di che cosa si parla; perché pensa che mettersi stare fianco di certi pm costituisca una assicurazione sulla propria vita politica; perché non coglie quale è oggi la posta in gioco nel rapporto fra politica e parti della magistratura".
Alemanno: Granata vada a farsi un giro fuori "Ho sentito quanto ha detto Granata contro Mantovano, un membro della nostra comunità. Io credo che siano necessarie due cose: primo che Fini e tutti coloro che hanno intenti costruttivi prendano le distanze da Granata ma credo anche, e mi duole dirlo, che sia tempo che Granata vada a farsi un giro fuori". "Credo che sia il tempo - prosegue il primo cittadino della Capitale - che, salvo ripensamenti drastici dell'ultima ora, Granata si vada a fare un giro fuori dal nostro ambiente. Siamo stanchi - conclude - di dove parlare di niente, di illazioni, vogliamo parlare dei problemi degli italiani".
"Sulla legalità decide il partito" "Troppo spesso partono processi mediatici molto prima che arrivino gli avvisi di garanzia o i rinvii a giudizio. Di fronte a questo un partito forte e responsabile come il Pdl deve avere una grande capacità e una lucidità al proprio interno di distinguere quando parte un attacco, saper difendere fino in fondo chi viene attaccato ingiustamente o saper dire con fermezza che chi non ha le carte in regola deve fare un passo indietro". Così il sindaco di Roma Gianni Alemanno parla alla platea della fondazione Nuova Italia del tema della legalità che sta agitando il Pdl. "Il Popolo della Libertà è un progetto politico troppo importante - aggiunge - per farsi condizionare dai Granata o dai giornalisti di turno".
"Pdl strada giusta" "Dalle parole pronunciate da esponenti che vengono da provenienze diverse e di cui in questi giorni di dibattito mi ha impressionato la convergenza politica, ognuno può misurare quanto fosse giusto andare nel Pdl, un partito che ha una capacità di proposta politica anche superiore a quella di An". Alemanno sottolinea che temi coltivati dentro An dieci anni fa come "la destra sociale, la solidarietà sociale, il ritrovamento di un senso forte di identità di valori", sono temi "perfettamente convergenti nel Pdl e questo è un dato forte e profondo". "Siamo sulla strada giusta, noi vogliamo stare nel Pdl e non vogliamo abbandonare questa strada".
"Battaglia comune contro Roma ladrona" "C'é anche una Roma ladrona. Lo diciamo a chi combatte questa battaglia, che noi la combattiamo con eguale forza. E' una battaglia comune perché noi paghiamo la presenza di Roma ladrona, ce l'abbiamo in casa e ci inquina, ci crea problema", proesgue Alemanno. "Dobbiamo ritrovare i valori antichi della repubblica di Roma, che sono principi importanti anche della Repubblica italiana", sottolinea Alemanno, che indica tra questi valori "la dottrina sociale della Chiesa, il cattolicesimo e il principio della democrazia incarnata dal popolo".
"La Lega elimini la parola secessione" "Non è possibile che nello statuto della Lega ci sia ancora la parola secessione. Questo va eliminato", dice ancora Gianni Alemanno, nel passaggio dedicato al federalismo del suo discorso. Sulla via del federalismo, sottolinea Alemanno, "dobbiamo parlare chiaro alla Lega, con cui c'é un clima di amicizia. Ma ci vuole chiarezza fino in fondo altrimenti il percorso del federalismo rischia di essere inquinato". E allora, secondo il sindaco di Roma, è importante sostenere un federalismo che "metta insieme le identità locali con l'unità nazionale, perché sappiamo che il nostro essere italiani è una somma di tante appartenenze".
Bocchino: "Bisogna abbassare i toni" "Sia Mantovano, sia Granata sono due persone che hanno lavorato sempre per la legalità. Sarebbe un errore continuare con le polemiche". A tentare di calmare le acque all'interno del Pdl é il deputato finiano Italo Bocchino. "Granata - spiega - non è vero che abbia parlato di pezzi dello Stato coinvolti, ha semplicemente detto che bisogna evitare che ci siano nelle istituzioni comportamenti che facciano pensare ad un abbassamento della guardia nella lotta alla criminalità organizzata". "Ora però - sottolinea Bocchino - dobbiamo ribadire tutti insieme che il Pdl si dovrà connotare di più come il partito della legalità". "Fabio Granata ha le sue ragioni - conclude - Mantovano anche. Adesso dobbiamo abbassare tutti i toni e combattere tutti insieme per difendere la legalità ".
Bossi: da Granata stupidaggini "Io non l'ho mai sentita, ma so che Maroni i mafiosi li piglia tutti i giorni e che lui e la Lega si stanno dando da fare su questo fronte. Secondo me sono dunque stupidaggini".
Così Umberto Bossi, sha liquidato le dichiarazioni del deputato Pdl Fabio Granata sull'atteggiamento del governo nei confronti della criminalità organizzata. Bossi ha risposto a una domanda specifica a margine dell'inaugurazione di una sede del Carroccio nel Varesotto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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