nostro inviato a Montecarlo
Ha preso applausi di cui avrebbe fatto volentieri a meno, il Milan. Quelli del popolo andaluso migrato nel Principato per inseguire un sogno, vincere la sesta finale su sei, e dare respiro al ricordo di chi non cera più, Antonio Puerta. Una partita nata in unatmosfera strana, uscita dal bozzolo come tante altre, ma tornata ad essere speciale dopo il fischio finale. Lagrimas y ovaciones, miscela speciale per rendere omaggio ai vincitori e al loro comportamento. Il nome di Puerta sulle maglie rossonere come fosse uno di loro, Seedorf che esce dal campo e alza il suo numero dieci verso la curva andalusa e quel lungo conciliabolo a metà campo per decidere, tutti insieme, di non correre sotto la curva rossonera con la Supercoppa in braccio, ma di lasciare il prato applaudendo il pubblico del Louis II. Non una sbavatura, insomma. Basta leggere la stampa spagnola di ieri per capire quanto il comportamento del Milan abbia fatto breccia nei loro cuori: ««Un Milan nobile ha vinto la Supercoppa», titola As; vola molto più in alto El Pais che definisce i campioni dEuropa «componenti essenziali della formula di questo sport, che sarebbe difficile comprendere senza la sua filosofia o la sua storia». Pirlo «Leonardo del calcio» e Kakà «meraviglioso» completano laffresco di una squadra che ora, dallAsia ai Paesi Arabi, ora tutto il mondo vuole ospitare nella pausa invernale, già invece appaltata come lanno scorso a Malta.
La prima pittata laveva data Berlusconi nella notte di Montecarlo. Salon Regence dellhotel Metropole, quartier generale rossonero. Al tavolo, nella cena post partita, cè anche Claudio Lotito, luna di notte è passata da un pezzo quando Berlusconi benedice il diciassettesimo trofeo europeo. Una carezza a Inzaghi che si materializza a fine serata («è un vizioso del gol, e così domani qualche giornale di sinistra titolerà Inzaghi è un vizioso. Ora Pippo vai a letto. E da solo!») prima di indicare il prossimo parallelo da esplorare («ci prenotiamo per la coppa Intercontinentale, mi intriga molto») e di segnalare la via per il rinnovo del contratto di Kakà: «Non cè stata una possibilità su 100mila che lasciasse il Milan - che ancora venerdì ha rifiutato Julio Baptista in prestito -. È ovvio che gli interventi delle altre squadre favoriscono il giocatore e laumento del suo ingaggio. Kakà se lo merita e noi ne terremo conto, ma senza rompere lequilibrio che ci deve essere nei nostri contratti».
Fin qui Berlusconi che ha parole dolci anche per Ronaldo («si sta allenando benissimo») e curiosità per Pato. «Quando arriverà ne vedremo delle belle». A proposito di brasiliani: venerdì notte il «gruppo» verdeoro si è infilato nel Casinò dove hanno trovato Diego Abatantuono, già barbiere di Rio.
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