Laura Verlicchi
da Milano
È il fisco il tema più rovente della giornata. Con Prodi ci saranno «più tasse sul ceto medio», ha detto Silvio Berlusconi in un intervento a Radio anchio, ribadendo che la riduzione di cinque punti del cuneo fiscale promessa da Romano Prodi significherebbe dover reperire 10 miliardi di euro all'anno. Il premier attacca quindi l'ipotesi di una reintroduzione delle tasse di successione. «E siccome la sinistra considera la proprietà non un diritto ma un privilegio, Prodi, che è un signor nessuno, aumenterà anche gli estimi catastali e quindi l'Ici», ha aggiunto Berlusconi. «Con i condoni - ha detto poi il premier - abbiamo riportato indietro soldi in Italia, ma non è nostra intenzione proseguire su questa strada: osservo soltanto che oggi la paura di nuove tasse sta spingendo i soldi esattamente nella direzione opposta tanto che nel Canton Ticino le banche che avevano licenziato tremila persone a seguito dei soldi riportati in Italia li stanno riassumendo».
La tesi del premier è confermata anche da uninchiesta del quotidiano Italia Oggi, secondo cui le richieste di consulenza su investimenti oltrefrontiera sono cresciute anche del 300% e aumentano costantemente le dismissioni in Italia a favore dellestero. Con loperazione dei due scudi fiscali e labolizione dellimposta di successione, al contrario, gli imprenditori avevano fatto rientrare i loro capitali da Paesi diversi, pensando di risolvere in questo modo anche la pianificazione della successione per gli eredi. Ora il flusso dei capitali ha ripreso la strada verso la Svizzera, scrive il quotidiano, ma gli investitori preoccupati dal «rischio Italia» guardano anche più lontano, verso gli Emirati Arabi, Singapore e altre piazze asiatiche.
Anche il ministro dellEconomia, Giulio Tremonti, ribadisce che per mantenere gli impegni del suo programma, Prodi dovrebbe «tassare in modo retroattivo la ricchezza esistente». Roberto Maroni, ministro del Lavoro, sostiene che il Professore «non è credibile» quando dice che non intende intervenire sui piccoli risparmiatori ma sulla «grande speculazione», perché in realtà è difficile distinguere fra le due cose. «Votare per la sinistra vuol dire votare per le tasse», insiste Andrea Ronchi, portavoce di Alleanza nazionale. E il segretario del Nuovo Psi Gianni De Michelis, sostiene che sul fisco si sta verificando un anticipo della confusione che regnerebbe se l'Unione vincesse le elezioni e dovesse governare il Paese.
«La Casa delle libertà fa disinformazione sul nostro programma», ribatte Romano Prodi. Piero Fassino parla di «terrorismo psicologico». Ma al centro dellattenzione sono ancora i Bot: «Non li tasseremo, non siamo pazzi», afferma il presidente della Margherita, Francesco Rutelli. Mentre Prodi ripete ancora una volta che «chi ha Bot e Cct non vedrà nulla di diverso. Bot e Cct sono tassati al 12,5% e saranno tassati al 12,5%». E insiste sul tasto dellintervento sulle rendite finanziarie : «Vorrei ricordare che con le plusvalenze fatte questa estate dai "furbetti del quartierino" non si sono pagate imposte per 1,2 miliardi di euro».
Tocca al segretario del Prc, Fausto Bertinotti, spiegare che il fisco, per la sinistra, deve essere «un elemento di redistribuzione da chi ha grandi patrimoni e grandi ricchezze a chi non ne ha»; operazione che può essere fatta «salvaguardando i proprietari della prima casa, i piccoli risparmiatori per fare invece delle tasse che colpiscano la rendita e l'evasione».
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