Berlusconi-Putin, asse su energia e gas

Il presidente del Consiglio nella dacia del premier russo discute dei progetti South Stream e dell’oleodotto che taglierà in due la Turchia. «Sono opere cruciali per la sicurezza energetica di tutta l’Europa»

Berlusconi-Putin, asse su energia e gas

nostro inviatoa San Pietroburgo

Cena informale mercoledì e fitta giornata di lavoro ieri, tra conference call, dossier di politica estera e una serie di incontri con industriali russi. A metà strada tra Mosca e San Pietroburgo, nella dacia sulle rive del lago Valdai, Vladimir Putin e Silvio Berlusconi passano l’intera giornata a discutere di energia e geopolitica. Poco spazio al relax, dunque, nonostante la regione di Novgorod vanti foreste tra le più belle al mondo e la dacia del premier russo sia una vera e propria villa delle meraviglie - tra terrazze sull’acqua e splendidi giardini - costruita nel 1980 a pochi passi dalla residenza presidenziale che fu di Josef Stalin.
Il capitolo più delicato è certamente quello energetico che non a caso apre la mattinata. Sullo sfondo di un caminetto in marmo verde, Putin e Berlusconi si collegano in videoconferenza con il premier turco Recep Erdogan e affrontano quindi il dossier South Stream, il gasdotto frutto di una collaborazione russo-italiana tra Gazprom ed Eni considerato il concorrente del progetto europeo Nabucco. South Stream, infatti, passerà nelle acque territoriali della Turchia, ormai diventata centralissima nella partita sulle nuove vie energetiche che portano all’Europa (tanto che Ankara partecipa anche al progetto Nabucco). Durante il colloquio Erdogan conferma che la Turchia sta procedendo alle verifiche tecniche per assicurare la sicurezza dell’impianto sia da un punto di vista ambientale che sismico e assicura che è già in una «fase avanzata». I tre parlano anche di un altro progetto che vede coinvolte Mosca, Roma e Ankara: quello relativo all’oleodotto Samsung-Ceihan (nel quale è impegnata sempre l’Eni) che dovrebbe tagliare a metà - da Nord a Sud - la Turchia e alleggerire il traffico delle petroliere con vantaggi dal punto di vista della sicurezza e della difesa dell’ambiente.
Due opere, South Stream e Samsung-Ceihan, che Berlusconi considera «molto importanti per la sicurezza energetica di tutta l’Europa dell’Est» che proprio lo scorso anno «ha conosciuto il freddo quando si è verificato il blocco delle forniture di gas dalla Russia attraverso il gasdotto in Ucraina». Attraverso queste nuove vie dell’energia, insomma, «credo ci sia una diversificazione delle fonti di approvvigionamento» che significa «maggiore sicurezza per tutti». Il Cavaliere preme poi l’acceleratore su South Stream, una joint venture paritetica tra Gazprom e l’italiana Eni, rispetto al gasdotto North Stream, un progetto russo-tedesco nel quale l’Italia non è coinvolta. «Silvio - dice infatti Putin ad Erdogan - ha imposto alle nostre compagnie un compito molto complicato: accordarci sul fatto che il progetto South Stream sia realizzato più velocemente».
Ma durante la videoconferenza c’è spazio anche per una digressione calcistica. «Recep - scherza Berlusconi - un abbraccio affettuoso. E quando prendi la parola mi aspetto i complimenti per la vittoria del Milan con il Real Madrid». Tocca al premier turco che si congratula «con il caro Silvio», mentre Putin ricorda il successo di qualche giorno fa della russa Rubin Kazan sul Barcellona. «Il gol della vittoria - aggiunge - l’ha segnato un giocatore turco, Batuhn Karadeniz». «Vi faccio i complimenti - chiosa sorridendo il Cavaliere -, anche se ora stiamo complicando i rapporti internazionali con la Spagna. Bisognerà recuperare con Zapatero».
Terminato il colloquio a tre, nella dacia di Valdai Berlusconi incontra i vertici dell’industria automobilistica russa e ha un lungo colloquio con l’ad di Sollers, partner di Fiat per la produzione e commercializzazione di automobili, al quale promette di acquistare personalmente il primo fuoristrada prodotto in Russia.
La giornata si conclude con una panoramica su Iran, Afghanistan, Pakistan, Medio Oriente e Libano, ma anche sulle riforme da avviare nei rispettivi Paesi per fronteggiare gli effetti della crisi internazionale.

E con la polemica aperta a Roma dal Pd che - a firma del capogruppo a Palazzo Madama Anna Finocchiaro e dei due vice Luigi Zanda e Nicola Latorre - chiede formalmente al presidente del Senato Renato Schifani che Berlusconi venga «a riferire con la massima urgenza» in Parlamento «circa la natura, le finalità e gli esiti della sua visita» in Russia. Della quale, aggiungono, «manca a tutt’oggi qualunque comunicazione ufficiale» alle Camere.

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