Berlusconi: «Qui non aveva più spazio Vorrei un difensore»

«Puntiamo alla Champions, Ancelotti resta anche se non vince. Giraudo mi piace, non chiede soldi all’azionista. Ibra è quasi come Van Basten»

«Speravo che restasse al Milan, sono certo che ha ancora cartucce da sparare. Pensavo che avrebbe ritrovato il suo splendore, ma è stato sfortunato perché Pippo Inzaghi è tornato in gran forma e può essere impiegato stabilmente. Vieri non aveva più spazio».
A parlare così è Silvio Berlusconi, seduto di fianco ad Aldo Biscardi per un quarto d’ora, in una serata del Processo del lunedì destinata a diventare un cult. Il presidente del Consiglio in versione calciofilo, un ruolo che adora. Così, nella serata più estemporanea della sua settimana politica, Berlusconi affronta tutti i temi possibili.
Ancelotti. «Ci parliamo pochissimo, perché la mia fiducia in lui è totale. Fa parte della nostra famiglia e resterà al Milan anche se non dovesse vincere niente quest’anno. Certo, io voglio una squadra che attacchi e faccia spettacolo. Per questo parlo di due punte. Ma se dietro Shevchenko ci fossero Kakà e Totti a fare le ali, allora ne basterebbe una sola, di punta. Si attaccherebbe lo stesso».
Cassano. «Cambiare ambiente gli farà bene. Giocare a Madrid, dove non sarà accompagnato dai suoi peccatucci passati, è un’ottima soluzione. Dico, anche per la Nazionale. Non è assolutamente perso per il calcio italiano, in azzurro potrebbe tornare da protagonista».
Scudetto. «Davanti al Milan c’è una Juventus dei miracoli. Con una gestione societaria ottima, giocatori validissimi e un allenatore che stimo moltissimo e che - quando era da noi - inanellò record su record. Il Milan non può abdicare dal campionato, quindi “Dum spiro, spero”, finché ho vita ho speranza. Ma quest’anno puntiamo alla Champions league».
Istanbul. «La sconfitta col Liverpool ha pesato molto sulla prima parte della nostra stagione. Poi siamo tornati a Istanbul, abbiamo vinto e tutto si è dissolto. Ora non ci sono più tracce negative».
La difesa. «I tifosi ci chiedono di rinforzarla. Ho parlato con Galliani, ci sta pensando seriamente. Ma i perduranti malanni di Maldini, l’infortunio di Stam e la disgrazia di Cafu non erano prevedibili».
Biglietti. «Sono cari. Si dovrebbe attivare una politica di prezzi più contenuti, anche perché nelle partite in Tv fa più spettacolo uno stadio affollato».
Diritti tv. «Capisco le esigenze dei piccoli club, ma quelli grandi devono essere competitivi in Europa. Comunque, auspico un accordo».
Moggi. «È venuto a palazzo Grazioli a ringraziarmi per avergli dato Abbiati. Ma se si fa male Trezeguet, Shevchenko non glielo presto».
Giraudo. «Lo stimo molto. Questa Juve ha una grande dirigenza, che rende competitiva la squadra guardando i conti. Senza richiedere integrazioni all’azionista».
Galliani. «È un dirigente molto capace, ma non posso parlare di lui senza che mi faccia velo l’amicizia».
Juventus. «Le toglierei Vieira, che a 18 anni era da noi e non poté esplodere perché davanti aveva dei campioni.

Mi piace Ibrahimovic, ha le stesse movenze di Van Basten, anche se non è ancora al suo livello».
Poi Berlusconi saluta e se ne va, con un auspicio per se stesso: «Spero un giorno di tornare a fare il presidente del Milan. Ora sono uno spettatore che, una volta l’anno, paga un po’ più degli altri...».

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