Roma - «L’invito è stato fatto con una speciale cordialità e mi sono sentito in dovere di venire». Alla fine, arriva anche per Silvio Berlusconi il debutto al ricevimento nei giardini del Quirinale per la festa del 2 giugno. Prima e unica partecipazione da quando nel 1994 decise di entrare in politica. Segno dei tempi che cambiano e di un ritrovato clima di cordialità e dialogo che il presidente del Consiglio non vuole in alcun modo mettere a rischio. Così, non solo partecipa al ricevimento, ma dopo essere arrivato puntuale alle 18 è anche tra gli ultimi ad andarsene.
Il Cavaliere passeggia per i giardini a lungo, sorride e saluta tutti concedendosi anche qualche battuta. Con Giorgio Napolitano si sofferma al suo arrivo, quando il presidente della Repubblica lo accoglie nel cortile d’onore del Quirinale. Stretta di mano affettuosa e un breve colloquio in uno studio riservato. Dove Berlusconi ribadisce la sua intenzione a «seguire la strada del dialogo e del confronto con l’opposizione». Concetto su cui ritorna anche con Francesco Rutelli, quando i due si appartano per un lungo faccia a faccia. D’altra parte, anche con i giornalisti parla di «clima ottimo». Con l’opposizione «ho dato prova di massima collaborazione», spiega il premier sottolineando come nelle nomine dei grandi enti pubblici non vi sia stato alcuno spoil system, tanto che l’unico che non è stato riconfermato si è dimesso per sua volontà.
D’obbligo, vista la cornice che ospita il ricevimento, una domanda su eventuali aspirazioni quirinalizie. Rumors che Berlusconi respinge perché «non è bello parlare di queste cose quando c’è un presidente in carica». Comunque, aggiunge, «per il futuro non penso a me ma a Gianni Letta». E anche questo per l’opposizione non può che essere un segnale distensivo, pur non essendo certo la prima volta che il Cavaliere tesse le lodi del sottosegretario alla presidenza del Consiglio immaginando per lui un futuro sul Colle.
Berlusconi si sofferma poi sul «lavoro immenso da fare». «Con un po’ di tempo - dice - aggiusteremo l’Italia». Parla della legge sulle intercettazioni che «va fatta» perché «il diritto alla privacy è la prima cosa» e «tutto il popolo italiano quando alza la cornetta ha il diritto di non essere intercettato». Il ricevimento va avanti tra strette di mano e qualche battuta. A una signora che gli chiede se sarà possibile parificare la scuola pubblica con quella privata risponde che «è una cosa da fare». Mentre scherza con il presidente dell’Anas Piero Ciucci sul ponte sullo Stretto: «Abbiamo risolto il problema dei delfini? Gli facciamo una corsia preferenziale?». Poi assicura: «Per quest’anno abbiamo sospeso i soldi, perché l’intenzione è liquidare la società e poi ricominciare. Il ponte lo faremo».
C’è spazio anche per qualche battuta. Per esempio, con Giovanni Floris, conduttore di Ballarò. «E ora dove lavora?», scherza il premier. Poi i complimenti: «Lei è il più bravo di tutti, davvero. Non lo dico per dire, lo dico perché lo penso. Continui a imperversare così». Poi, quando Floris lo invita in trasmissione torna a scherzare: «Non mi avrete!». Anche con i ministri presenti, tutti accompagnati dalle mogli, c’è spazio per qualche battuta: «Vi ho portato i mariti via di casa, ma non preoccupatevi, per fare i birichini non hanno tempo». Breve siparietto, poi, con Maurizio Lupi e signora.
«Mi è dispiaciuto moltissimo non poterlo portare al governo», dice alla moglie del vicepresidente della Camera, perché «Maurizio è bravissimo». L’ultima battuta sul caso Mancini con alcuni ospiti interisti: «Come fa Moratti a pagarlo 12,5 milioni di euro? Ora anche i commessi di Palazzo Chigi mi chiedono un aumento».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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