Roma - "Hanno finito per mettere le mani sulla Rai, così hanno tutte le istituzioni del Paese e adesso hanno anche lo strumento per poter fare la comunicazione che vogliono" e visto che "pretendono di mantenere la presidenza, con questa sinistra non si può discutere". Silvio Berlusconi chude le porte all'Unione, la vicenda di viale Mazzini è grave e richiede una risposta inquivocabile. Così il leader della Cdl prende posizione arrivando alla festa di Azione Giovani, movimento giovanile di An.
Il Paese, dice Berlusconi, "non li segue". "E ciò dipende dal fatto che il Governo, e lo
dicono anche gli ultimi sondaggi di qualcuno che sta dalle loro
parti, è stato sfiduciato da addirittura l’80% dei giovani e
comunque due italiani su tre non sono d’accordo con quello che fa
Prodi, percentuale che in altri sondaggi arriva addirittura a 3
italiani su 4". "Quando non si riesce a nominare il quindicesimo componente
della Consulta perché un’area - ha spiegato Berlusconi - che già
ne ha dalla sua parte 11, vuole anche il dodicesimo, è evidente
che con loro non si può dialogare".
La Cdl lascia la Vigilanza: inutile l'audizione di Padoa Schioppa Ha abbandonato l’aula della
commissione di Vigilanza sulla Rai dove è in corso l’audizione
del ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa. In una lettera
inviata al presidente della Vigilanza, Mario Landolfi, i
capigruppo di Fi, An, Udc e Lega spiegano le motivazioni della
scelta di abbandonare i lavori della commissione: «Il ministro ha
inteso interloquire con la Vigilanza assecondando la logica del
fatto compiuto. Questo comportamento rende l’audizione odierna
assolutamente inutile rispetto alla vicenda per la quale era
stata ritenuta necessaria».
L’audizione di Padoa-Schioppa sarebbe
infatti dovuta avvenire venerdì scorso, tre giorni prima
dell’assemblea dei soci Rai fissata a lunedì per la revoca del
consigliere Angelo Maria Petroni.
«Avevamo chiesto l’audizione - spiega Giorgio Lainati,
capogruppo azzurro in commissione - per chiedere al ministro le
reali motivazioni di quella che riteniamo una violenza politica
commessa da un esecutivo arrogante. Non ha alcun senso ascoltare
oggi Padoa-Schioppa dopo che il professor Petroni è stato
defenestrato».
Nella lettera i quattro esponenti dell’opposizione - Lainati, Butti (An), De Laurentiis (Udc) e Galli (Lega) - spiegano di voler porre «un problema di rilievo istituzionale» reso «ancor più evidente» dal fatto che mentre il capo dello Stato ha ritenuto di incontrare Landolfi in qualità di presidente della commissione, «il ministro ha ritenuto addirittura di disertarla adducendo motivi politici che non gli hanno però impedito - attaccano i quattro - nello stesso giorno di
tenere una riunione con alcuni capogruppo di maggioranza di questa commissione confermando ulteriormente che la decisione di revocare Petroni ha obbedito solo ad una logica politica e non ad un reale interesse aziendale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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