RomaIl regalo per Vladimir Putin lha comprato la settimana scorsa, perché se è vero che il compleanno del primo ministro russo cade il 7 di ottobre non cè dubbio che la tre giorni in Russia di questa settimana sarà comunque loccasione per qualche festeggiamento tardivo. Una visita privata e riservatissima, tanto che quando domani il premier si imbarcherà per San Pietroburgo lo seguiranno solo poche guardie del corpo e nessuno degli uomini dello staff. Un po come accadde esattamente due anni fa, quando il Cavaliere passò un week end attorno a un caminetto in compagnia di Putin, dellex presidente della Repubblica francese Jacques Chirac e dellex cancelliere tedesco Gerard Schroeder (atteso anche questa volta). Un faccia a faccia che dovrebbe tenersi proprio nella stessa dacia di allora, a pochi passi dal lago Valdai in una regione che in pochi chilometri quadrati ospita 76 laghi e foreste fra le più belle del mondo.
Si parlerà di geopolitica e di energia (Schroeder è consulente del colosso russo Gazprom, che fornisce allUnione europea il 25% del fabbisogno annuo di gas), ma sarà anche loccasione per una rimpatriata tra amici. Daltra parte, i rapporti tra Berlusconi e Putin sono noti, al punto che il Cavaliere è uno dei pochi leader internazionali che ha avuto lonore di dormire dentro il palazzo del Cremlino, mentre il primo ministro russo è stato più volte con la moglie a Villa Certosa. Il tutto nella cornice di una dacia che la volta scorsa il Cavaliere definì «meravigliosa», con terrazze, giardini ed enormi acquari con pesci tropicali. Qui Berlusconi dovrebbe restare fino a giovedì sera per poi far rientro a Roma dove venerdì lo attendo il Consiglio dei ministri.
Ma nella domenica passata ad Arcore il premier si dedica soprattutto a ragionare sui prossimi passi del governo, convinto che sia necessaria ancora qualche settimana di «riflessione» prima di lanciare quel «secondo predellino» che continua a considerare indispensabile. Daltra parte, la partita delle regionali - e quindi anche la road map delle riforme, visto che con Umberto Bossi e Gianfranco Fini si sta affrontando la cosa in un unico pacchetto - non si chiuderà prima di fine mese, perché il Pd non potrà ufficializzare candidature finché non si sarà chiusa la querelle delle primarie. Con possibili conseguenze anche sullUdc che continua a sostenere di voler correre da sola ma che alla fine, in alcune regioni chiave, potrebbe decidere di andare da una parte o dallaltra.
Nellattesa, il Cavaliere lascia sì trapelare perplessità sulla possibilità di riuscire a coinvolgere nel processo riformatore lopposizione, ma si guarda bene dal chiudere la porta. E per questo ha dato mandato a capigruppo e vicecapigruppo del Pdl di verificarne la disponibilità. Certo, Berlusconi continua a ritenere prioritario trovare unintesa nella maggioranza, tanto che già da mercoledì dovrebbero iniziare a vedersi Niccolò Ghedini, Giulia Bongiorno e Roberto Cota per discutere la riforma della giustizia annunciata dal premier a Sofia.
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