Berlusconi in Sardegna prepara il suo discorso Governo, ultimi ritocchi

Il Cavaliere a Villa Certosa per risolvere il rebus di viceministri e sottosegretari. Pronte le bozze dei primi provvedimenti da attuare. La Brambilla al Turismo per il rilancio di Napoli

Berlusconi in Sardegna 
prepara il suo discorso 
Governo, ultimi ritocchi

da Roma

Poco relax e molto lavoro. Descrivono così i fedelissimi del premier il mini-weekend che Silvio Berlusconi sta trascorrendo nella residenza estiva di Villa Certosa. Il leader del centrodestra si è trattenuto poco più di un giorno nel suo splendido rifugio in Sardegna a cercare di risolvere il rebus dei viceministri e dei sottosegretari e a visionare le bozze dei primi provvedimenti da affrontare nel corso del Consiglio dei ministri operativo che si terrà a Napoli alla fine della settimana prossima oppure all’inizio della successiva. Un soggiorno lampo, quello sardo, visto che già oggi, nel primo pomeriggio, tornerà a Milano per incontrare a Villa San Martino ad Arcore il sindaco di New York, Michael Bloomberg, e quello di Milano, Letizia Moratti.
Le telefonate degli aspiranti sottosegretari, a due giorni dal verdetto e dal giuramento previsto per domani alle 19, non sono mancate. Ma Berlusconi ha respinto l’assalto rispondendo a tutti di essere concentrato esclusivamente sul discorso che dovrà pronunciare alle Camere martedì per ottenere la fiducia. Una presentazione e un biglietto da visita della futura azione di governo attraverso la quale il premier ribadirà che gli impegni presi in campagna elettorale non saranno disattesi o dimenticati. Prima, però, bisognerà sciogliere le riserve e diramare le «convocazioni» in modo da completare la squadra di governo. Una partita che risulta essere tutt’altro che chiusa. Se Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl a Montecitorio, ammette che la partita dei sottosegretari e viceministri «è ancora materia di discussione», i dirigenti di Alleanza nazionale si preparano oggi, a margine dell’Assemblea del partito, a discutere del modo attraverso cui trovare la quadra.
La questione verte tuttora sul numero di viceministri da nominare. Ci sono ancora quattro opzioni in corso di valutazione. La prima è quella che prevede la nomina del drappello allargato di vice, per un totale di 10. La seconda possibilità è la drastica riduzione a 5 vice. In questo caso i viceministri quasi certi sarebbero Roberto Castelli alle Infrastrutture; Giovanni Pistorio anche lui alle Infrastrutture con delega al Ponte sullo Stretto; Paolo Romani alle Telecomunicazioni; Adolfo Urso al Commercio Estero e Giuseppe Vegas all’Economia. La terza è portare a 7 questa quota in modo da includere almeno il nome di Alfredo Mantovano agli Interni. La quarta prevede il rinvio delle nomine dei viceministri a data da stabilirsi.
Se dovesse passare questa linea, il Consiglio dei ministri convocato per domani alle 11 potrebbe procedere alla sola nomina di 37 sottosegretari, il cui giuramento è previsto nella serata stessa. Solo più in là si potrebbe arrivare alla nomina di un ristretto numero di viceministri con deleghe tali da trasformarli in ministri di «fascia B». Quel che è certo è che Alleanza nazionale non rinuncia volentieri alle tre caselle di vice previste negli «accordi di compensazione» per la rinuncia al ministero del Welfare che doveva toccare a Gianni Alemanno se non fosse diventato sindaco di Roma. Il partito di Fini fa fatica soprattutto a veder retrocesso Mantovano, che aspirava a diventare al Viminale il vice di Roberto Maroni e proprio per un veto di quest’ultimo potrebbe ritrovarsi invece sottosegretario, con un ben diverso peso politico. Per quanto riguarda i sottosegretari i designati dovrebbero essere scelti tra Antonio Buonfiglio, Alberto Giorgetti, Giuseppe Cirielli, Roberto Menia, Fabio Rampelli, Cesare Cursi, Giuseppe Valditara, Ugo Martinat e Alfredo Mantica. Berlusconi deve anche chiudere il cerchio dei designati di Forza Italia, risolvendo ad esempio il caso di Michela Vittoria Brambilla. Certamente in lista, comunque, dovrebbero esserci Mario Valducci, Giuseppe Vegas, Mario Mantovani, Guido Crosetto.

Tra i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, oltre a Gianni Letta, ci sarà Paolo Bonaiuti (con delega all’Editoria), Gianfranco Miccichè (Cipe e Mezzogiorno), Carlo Giovanardi (Affari Sociali, droga, famiglia e servizi civili). Infine dovrebbe esserci un sottosegretariato per Mauro Fabris, proveniente dall’Udeur. Ma su questa nomina resiste ancora qualche dubbio.

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