«Per tornare a crescere, l’economia ha bisogno di una scossa». Il premier, Silvio Berlusconi, in un’intervista al Tg1 ieri sera ha confermato che nel prossimo Consiglio dei ministri sarà presentato un pacchetto di misure per «dare una grande scossa, forse una delle più forti della storia italiana» con l’obiettivo di incrementare il pil «del 3% cento, magari anche del 4%, nel giro di cinque anni». La prossima riunione, ha reso noto Palazzo Chigi, si terrà martedì prossimo 8 febbraio in seduta straordinaria e non domani come inizialmente previsto perché il capo del governo sarà impegnato a Bruxelles nel Consiglio Ue. «Porteremo innanzitutto la modifica dell’articolo 41 della Costituzione», ha aggiunto Berlusconi ribadendo che la legge fondamentale verrà riformata in modo tale che «sarà lecito intraprendere e fare tutto quello che non è vietato espressamente dalla legge senza chiedere prima un’infinità di autorizzazioni, come accade adesso». Lo scopo di questa modifica, sin d’ora osteggiata dalle opposizioni, è eliminare i «troppi vincoli» che hanno creato «una sorta di Medioevo burocratico intorno alle imprese ». La finalità è «abbattere questo muro, attuare una vera rivoluzione liberale e liberare l’Italia dalla mentalità statalista che ostacola gli investimenti, che distrugge ricchezza e lavoro». Il piano per la crescita si articolerà in maniera strutturata, ha spiegato il Cavaliere. «Rilanceremo il piano casa e la riforma dei servizi pubblici locali. Daremo attuazione al piano per il Sud con la fiscalità di vantaggio». Ulteriori benefici per le aziende deriveranno, inoltre, dall’istituzione di zone a burocrazia zero. Si tratta di tutti i punti che ieri pomeriggio sono stati discussi a Palazzo Grazioli con il ministro dell’Economia. L’intervista al telegiornale diretto da Augusto Minzolini ha però costituito l’occasione per informare i cittadini della precisa scelta di politica economica attuata dal governo. Un orizzonte liberale inderogabile che nessun compromesso può curvare. «Il nostro problema principale - ha rimarcato il premier- è il debito pubblico enorme che abbiamo ereditato dai governi del passato. Questo debito è stato moltiplicato otto volte, dal 1980 al 1992, dalle vecchie forze politiche, con i comunisti in primo piano». L’Italia cammina a una velocità economica inferiore rispetto alle altri grandi realtà globali perché «negli anni del cosiddetto consociativismo si è prodotto questo fenomeno negativo». La spesa in deficit o la distruzione della ricchezza degli italiani non saranno mai avallate da Silvio Berlusconi. Ecco quanto emerge leggendo in controluce le parole pronunciate. La «scossa» non disastrerà né conti pubblici né bilanci famigliari. Ecco perché le richieste del Pd, della Cgil e dei terzopolisti affinché lo Stato metta nuovamente le mani nelle tasche dei cittadini non potranno trovare ascolto. «Adesso queste vecchie forze si stanno di nuovo coalizzando e hanno in mente una sola idea, sempre la stessa: tassare gli italiani», ha evidenziato ricordando che «questa volta lo vogliono fare con una gigantesca imposta patrimoniale sugli immobili che rappresentano la ricchezza dell’ 85 per cento delle famiglie italiane». Di qui la promessa solenne: «Se ciò avvenisse si tratterebbe di un gigantesco esproprio. Noi però non consentiremo che questo avvenga». Anzi, ha chiosato, «stiamo approvando i decreti di attuazione del federalismo fiscale che non comporterà alcun aumento delle imposte ma che farà pagare le tasse agli evasori, coinvolgendo i Comuni nella valutazione delle dichiarazioni dei redditi ». È sulla riforma federale, quindi, che si giocano molte chance di cambiamento del Paese, non solo dal punto di vista economico, ma anche politico. Un segnale importante, considerato che Pd, Udc e Fli intendono utilizzare il probabile pareggio nel voto oggi in Bicamerale come grimaldello politico per aprirsi un varco nel palazzo. In ogni caso, Berlusconi è ben lungi dallo gettare la spugna, dal fare quel passo indietro al quale lo vorrebbero costringere gli avversari dell’opposizione e delle Procure.
«Nonostante gli attacchi inauditi che mi vengono rivolti ha concluso - resto sereno e colgo questa occasione per rassicurare gli italiani che continueremo a lavorare per garantire a tutti, soprattutto ai giovani, una prospettiva di libertà e di benessere ». Alternative non esistono.Berlusconi: "Una scossa per liberare l’economia"
Martedì Consiglio dei ministri straordinario: "Nonostante gli attacchi inauditi che mi vengono rivolti resto sereno". Poi il Cav dice no a nuove tasse: "Non consentiremo mai che passi la patrimoniale che vuole la sinistra". C'è l'intesa con Napolitano sulle riforme
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