Berlusconi: «Se vinciamo, Prodi deve andarsene»

nostro inviato a Olbia

Ce l'ha fatta, a dispetto della prudenza dei suoi più stretti collaboratori che fino a ieri mattina lo consigliavano di rinviare le due tappe della campagna elettorale in programma e del suo medico personale Alberto Zangrillo che dalle tre di notte, quando da Milano è arrivato a Palazzo Grazioli, predicava cautela. Invece, pur rimandando a venerdì prossimo l'appuntamento serale a Olbia, Silvio Berlusconi mette a segno quello che lui stesso definisce «un altro passo verso una sonora sconfitta del centrosinistra alle prossime amministrative che hanno un significato politico perché sono milioni gli italiani che andranno alle urne».
E lo fa sì di prima mattina, in un lungo comizio alla Fiera di Vicenza, ma pure nel pomeriggio, quando collegato per telefono con i giornalisti che lo aspettavano a Olbia non perde occasione di affondare il colpo contro il governo. Per il quale, dice, con «la sconfitta alle amministrative arriverà l'ora di farsi da parte». D'altra parte, è l'augurio in caso di un successo elettorale, «questo esecutivo potrebbe implodere» e comunque «non potranno restare al governo contro il volere del Paese». Con una certezza: «Non dureranno fino a fine legislatura» visto che «non mantengono gli impegni con gli elettori» e già oggi «il 73% degli italiani non ha fiducia in Prodi».
Non è un caso che l'ultimo sondaggio dia «Forza Italia al 32,7% con ampi margini di miglioramento» e «il centrodestra al 56% contro il 43 dell'Unione». Numeri che non lo stupiscono, visto che secondo il Cavaliere gli italiani si sono ormai resi conto che la «sinistra estrema» e la «sinistra smarrita» di Ds e Margherita sono «come i ladri di Pisa». «Litigano di giorno su tutto - attacca - per poi rubare insieme di notte». Con l'ennesimo affondo sul conflitto d'interessi. Che, dice, «non è certo il mio» ma «quello delle cooperative rosse che stipulano contratti à gogo con le giunte rosse». Insomma, praticamente parlano fra di loro visto che «certe persone un giorno sono dirigenti delle coop e il giorno dopo sono assessori o sindaci e poi ancora direttori di cooperative».
Il Cavaliere torna sul malore di L'Aquila, scusandosi «per aver creato tutto questo parapiglia». Ma, assicura, «andrò avanti». Perché «mai tradirò chi guarda a me come responsabile del nostro schieramento». E dunque, è il suo auspicio, «spero di rimanere nel campo della politica almeno finché i pubblici ministeri non costituiranno una categoria a parte da quella dei giudici, esattamente come succede agli avvocati difensori».
Poi, uno sguardo alla situazione attuale. Perché, dice, «non c'è mai stato un momento come quello attuale in cui la gente è vicino a noi». E ancora: «Mi chiedono sempre tre cose: “Silvio manda a casa Prodi”, “Silvio non mollare” e “Silvio salvaci dai comunisti”. L'unica variante è per i tifosi milanisti che mi chiedono di comprare Ronaldinho».

D'altra parte, ammette, «se ci sarà una vittoria di una squadra italiana in una coppa prestigiosa come la Coppa dei Campioni questo non potrà che aiutare nella campagna elettorale visto che potrà conferire un'immagine di vittoria a chi sta dalla parte del Milan». «E dato che dalla parte del Milan ci sta pure il presidente - conclude - dovrebbe aiutarci e far andare a votare tutti i milanisti».

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