Berlusconi si sfoga: «Vogliono accerchiarmi ma io vado avanti»

RomaL’umore è decisamente altalenante. Tanto che durante la giornata Berlusconi passa da un malcelato fastidio per l’affondo della Cei al raccontare barzellette proprio sulla vicenda Ruby agli ospiti che si presentano in quel di Arcore. In mezzo, l’ultima carrellata dei sondaggi che arrivano da Euromedia Research, con la Ghisleri che segnala sì una decisa tenuta del Pdl ma registrando un «logoramento» degli indici di fiducia del premier e un allargamento dell’area del non voto. Quella che Bonaiuti bolla come «persecuzione giudiziaria» e che il Cavaliere non esita a definire «operazione-sputtanamento», insomma, sta iniziando a sortire i primi effetti.
Anche per questo Berlusconi continua a ripetere che «il governo deve continuare a lavorare come nulla fosse». Che poi è lo stesso messaggio che in queste ore Letta sta riversando a tutti i ministri che gli chiedono delucidazioni. Il presidente del Consiglio, dunque, è ben cosciente che la partita è ancora lunga e che si giocherà su diversi tavoli ma l’idea di fare un passo indietro continua a non sfiorarlo. Ed è in quest’ottica che le parole di Bagnasco lo lasciano piuttosto perplesso. Perché è il terzo affondo che arriva dalla Chiesa in pochi giorni. E perché Oltretevere, è il senso delle riflessioni private del premier, sanno benissimo come certe uscite vengono poi strumentalizzate. Insomma, il fatto che la Cei punti il dito anche contro la «sproporzione» degli strumenti d’indagine per il Cavaliere vale poco più d’un placebo.
E la conferma che la partita sarà ancora lunga arriva non solo dalle parole della Marcegaglia di domenica scorsa e dall’ennesimo invito di Casini a fare un passo indietro ma pure dall’affondo di Fini di ieri sera. La pressione per mettere il Cavaliere all’angolo, insomma, è decisamente in salita. E persino alcuni dei big del centrodestra - anche insospettabili - iniziano a dire in giro che così la legislatura non può durare. È un vero e proprio «accerchiamento», ripete ai suoi il premier. Che però tira dritto. Al presidente di Confindustria, spiega in privato senza esitazioni, «il governo ha già risposto con i fatti» mentre la proposta del leader Udc viene come era prevedibile considerata «irricevibile». Di Fini inutile parlarne, visto che Berlusconi resta convinto che sia proprio lui - «in combutta con certe procure» - uno degli artefici di quello che non esita a definire un «tentativo di golpe». Vediamo - avrebbe detto circa i rumors di nuove carte in arrivo da Saint Lucia che dimostrerebbero che è Tulliani il proprietario della casa di Montecarlo - se davvero si dimetterà. In verità, ai piani alti della Camera c’è chi non esclude un’ipotesi del genere proprio per poi rinfacciarla al Cavaliere. Una sorta di «ora abbi il coraggio di farlo anche tu». Si vedrà.
Di certo c’è che nel tardo pomeriggio - quando incontra ad Arcore la Moratti, Lupi, Casero, Valentini e Palmieri per discutere della prossima campagna elettorale per le amministrative milanesi - l’umore è più che buono. Due barzellette sulla vicenda Ruby, una battuta sull’Italia che «non è un Paese libero» e l’assicurazione che ci metterà la faccia e sarà presente a diversi appuntamenti elettorali. Oltre alla conferma di voler andare avanti. Tanto che quando Palmieri ipotizza di usare alcune delle idee in discussione per le politiche del 2013 il premier annuisce senza battere ciglio.

Insomma, nessun passo indietro né voto anticipato. E in questo senso potrebbe essere letta l’idea di sminare la mozione di sfiducia individuale a Bondi. A Palazzo Grazioli danno per certe le sue dimissioni e l’arrivo al ministero dei Beni culturali di Bonaiuti.

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