da Roma
Silvio Berlusconi non ha alcuna intenzione di starsene con le mani in mano. Anzi, in vista delle primarie che consacreranno Veltroni segretario del Partito democratico con conseguente e massiccio battage mediatico, il Cavaliere ha in mente una vera e propria campagna dautunno. Che si aprirà sabato, quando per la prima volta sarà ospite di Umberto Bossi al Parlamento del Nord e proseguirà il 6 ottobre alla Fiera nuova di Roma con la manifestazione nazionale dei Circoli della libertà. Un appuntamento su cui lex premier fa piuttosto affidamento se dellevento si è discusso in più duna riunione a Palazzo Grazioli con tanto di plastico ad hoc su cui studiare la scenografia. Ma Berlusconi - convinto che alla fine il governo «scollinerà» la Finanziaria - pensa anche al dopo manovra, seguendo un doppio binario: quello della Federazione, su cui ieri hanno lavorato tutta la giornata Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto, e quello della manifestazione del 2 dicembre.
E anche di questo si è parlato lunedì sera nella consueta cena di Arcore che ha seguito il matrimonio tra la leghista Carolina Lussana e ludc Giuseppe Galati. Con Bossi - che ieri è tornato a Strasburgo per partecipare ai lavori del Parlamento europeo - che avrebbe dato un sostanziale via libera a una San Giovanni bis. Dove ci sarà anche An, che per il momento però resta concentrata sulla manifestazione nazionale già programmata per il 13 ottobre a Roma, il giorno prima delle primarie del Pd. Insomma, come dice Gianfranco Fini, «se dopo, gli amici della Cdl riterranno opportune altre manifestazioni unitarie e corali», cioè non solo di Forza Italia, «certamente non ci sottrarremo». LUdc, invece, almeno per il momento preferisce restare alla finestra, nonostante il Cavaliere sia dellidea che sarebbe un errore ripetere lo stesso copione dello scorso anno, quando i centristi preferirono Palermo a piazza San Giovanni (« spero ancora che ci possa essere ununica manifestazione del centrodestra», ha detto ieri sera rientrando a Roma). Berlusconi, infatti, pur convinto che il governo «scollinerà» la Finanziaria è dellidea che le elezioni anticipate non siano affatto lontane, tanto che giovedì scorso ha chiesto ai dirigenti azzurri di trovare 120mila «difensori del voto» (due per sezione) che avranno il compito di verificare il regolare svolgimento delle operazioni di scrutinio. Pier Ferdinando Casini, però, resta convinto che lopposizione in Parlamento sia molto più efficace degli slogan di piazza. «Preferiamo inseguire la maggioranza così - spiega il portavoce udc Francesco Pionati - e non guardare a un futuro troppo lontano». Insomma, prima di dicembre potrebbe succedere di tutto.
E anche dopo, visto che lunedì sera a Villa dEste durante i festeggiamenti per i novelli sposi, Bossi, Casini e Roberto Maroni si sono appartati per una decina di minuti buoni. Una chiacchierata nella quale i tre avrebbero convenuto sulla necessità di «bloccare a tutti i costi il referendum elettorale» e di aprire un tavolo per una riforma in senso proporzionale. Insomma, dal matrimonio della leghista bergamasca e del centrista calabrese potrebbe nascere un inedito asse Lega-Udc nel caso in cui a fine anno lattenzione si spostasse dalla caduta del governo al referendum elettorale. Non a caso, nella cena a Arcore, presenti anche il sindaco di Varese Attilio Fontana e il presidente della Provincia di Como Leonardo Carioni, il Cavaliere ha rassicurato Bossi e gli ha promesso che già sabato al Parlamento padano si spenderà in prima persona sulla legge elettorale.
Ma ieri è stata anche la giornata in cui Forza Italia ha dato una decisa accelerata sul fronte della Federazione.
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