Berlusconi sull'Euro: "Le mie parole distorte" Ma monta la polemica

"L'Euro non convince": è bastata questa frase per scatenare la polemica. Il Cav: "Parole interpretate in maniera maliziosa e distorta". E Prodi e Ciampi scendono in campo per difendere l'euro

Berlusconi sull'Euro: "Le mie parole distorte" Ma monta la polemica
Roma - Tanto rumore per nulla. E' questo in sintesi la sterile polemica sulle parole di Silvio Berlusconi riguardo all'euro. Il Cavaliere durante il suo intervenento di ieri agli Stati generali del Commercio con l'estero a Roma ha detto: "L'euro non ha convinto nessuno come moneta, perché è l'unica valuta che non ha alle spalle un Paese con un governo ma un insieme di Paesi senza un esecutivo centrale". E subito apriti cielo: tutti a dire che il Cav è antieuropeista e osteggia l'Euro. Polemica su polemica fino a quando il premier ha dovuto specificare meglio le sue parole con una nota nella serata di ieri.

"Come al solito, si cerca di alzare pretestuose polemiche su una mia frase interpretata in maniera maliziosa e distorta. L'euro è la nostra moneta, la nostra bandiera. E' proprio per difendere l'euro dall'attacco speculativo che l'Italia sta facendo pesanti sacrifici. Il problema dell'euro è che è l'unica moneta al mondo senza un governo comune, senza uno Stato, senza una banca di ultima istanza. Per queste ragioni è una moneta che può essere oggetto di attacchi speculativi", ha puntualizzato Berlusconi.

Leggendo le parole del premier non si evince un attacco all'euro. Berlusconi ha solo rilevato come falla dell'Ue la mancanza di una politica forte e comune dietro la moneta che guidi anche le decisioni della Bce. Ma le spiegazioni non sono bastate a calmare gli animi di chi vuole strumentalizzare le parole del Cav.

Romano Prodi ha lanciato l'allarme per un'Italia che secondo lui vorrebbe uscire dall'Euro. Così il Professore in un'intervista a Il Messaggero ha rivendicato l'importanza della moneta unica: "Senza euro staremmo peggio. L’introduzione dell’euro è stato come un treno preso al volo con un pizzico di irrazionalità ma tanta visione storica. Del resto l’operazione fu percepita come un fatto epocale da tutti: Italia e Bruxelles, Cina e Stati Uniti, nazionalisti ed europeisti. Ovvio che si poteva anche rinviare la costruzione dell’euro e rifiutarla ma questo voleva dire rinunciare ad un futuro europeo in un mondo globalizzato". Ancora una volta tanto rumore per nulla. Nessuno ha parlato di un'Italia fuori dall'euro.

Ma anche Carlo Azeglio Ciampi ha alzato gli scudi per difendere l'euro. "Se non ci fosse l’euro, saremmo in guai molto più seri". Ma l'ex presidente della Repubblica ed ex governatore di Bankitalia ha anche delle perplessità sulla politica economica inesistente che regge l'euro.

È vero, che resta la 'zoppa' tra un’Europa unita sotto il segno della moneta, senza una politica economica e fiscale comune, ma almeno c’è questo argine. Proviamo a immaginare quel che accadrebbe se ognuno andasse per proprio conto?".

 

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