Berlusconi suona la carica ai suoi: "Voglio un mese da vecchio Milan"

Il presidente chiede di arrivare alla finale di Atene. Galliani: "Nei momenti difficili non perdiamo mai la testa"

Berlusconi suona la carica ai suoi: "Voglio un mese da vecchio Milan"

«E adesso regalatemi un mese straordinario, un mese da vecchio Milan». Prima di salutare il Ronaldo ritrovato e i protagonisti del 3 a 1 rifilato sulla schiena del Cagliari, prima di lasciare San Siro nel cuore della notte, Silvio Berlusconi ha parlato a lungo nello spogliatoio dello stadio. Ha chiesto a tutti, campioni e gregari, prime firme ed esponenti del Milandue, di recuperare tutte le energie migliori e di spalmarle nel prossimo, decisivo mese. Senza dilapidare il tesoretto spuntato all’improvviso tra i muscoli in calcoli meschini. «Guadagnando il controllo del gioco e del campo» la raccomandazione berlusconiana che sa tanto di comandamento della real casa, il primo. Alle porte due appuntamenti di Champions league, già scolpiti nel calendario, con il Manchester United. (Ferguson manda a casa il Manchester). L’asticella può essere alzare guadagnando l’accesso alla finale di Atene, datata 23 maggio. Tra un mese, giusto giusto un mese. Altrimenti finirebbe come l’anno prima, eliminazione in semifinale, per mano del Barcellona campione, dopo aver sfiorato la grande impresa (gol di Sheva buono cancellato dall’arbitro). «Il presidente li ha caricati a pallettoni» è la sintesi giornalistica firmata da Carlo Ancelotti, riferita alla moglie Luisa che ieri mattina è arrivata in elicottero per ospitarlo a bordo e garantirgli qualche ora in serenità sulle colline fuori Parma prima della partenza di questa mattina per l’Inghilterra.
Un mese da vecchio Milan, allora. Sembra facile. Il primo ostacolo è l’United, un gigante del calcio continentale. «Se fossi in Ancelotti farei marcare Cristiano Ronaldo da Paolo Maldini»: Rafa Benitez, il volpone spagnolo del Liverpool, nei giorni scorsi ha lanciato l’idea che è stata già respinta al mittente. «E che fa Paolo, fa la trottola?» la battuta in privato di Carletto. «Perchè il portoghese non gioca solo da una parte, a volte fa anche il centravanti» è la spiegazione didascalica del tecnico rossonero che ha scelto di puntare sull’organizzazione difensiva complessiva del suo team per ridurre in qualche modo la straordinaria pericolosità della star del Manchester. Maldini dovrà governare dalla solita postazione, con il decisivo contributo di Nesta, tornato dall’incidente e relativo intervento chirurgico alla spalla con una carica eccezionale. Quasi avesse voglia di dimostrare, magari anche a qualcuno di Milanlab, di non essere un fuoriclasse con i muscoli di seta. E sulla corsia di sinistra, dovrà sorvegliare Jankulovski che non ha grande resa quando gli tocca fronteggiare un rivale così agile e così svelto di piede. Due anni prima, toccò a Kaladze l’incarico di controllare il giovanissimo Cristiano Ronaldo. Il Kaladze di oggi è improponibile per l’incarico. Assalito da acciacchi (tendinite) e da nervosismi ingiustificati (per l’esclusione di Ascoli e quindi dall’Old Trafford), si è fatto espellere lasciando i suoi in dieci. È stata una delle poche ombre del Milan di campionato, illuminato a festa dal gol di petto di Ronaldo e dalla prima punizione a bersaglio di Pirlo. Ad Ancelotti non dispiacerebbe la partenza del georgiano verso Londra, destinazione Chelsea se Abramovich dovesse confermare l’interesse di un tempo, poi interrotto bruscamente. E per rimpiazzarlo ha già dettato a Braida l’identità di un possibile sostituto, il brasiliano Alex del Psv Eindhoven.
Un mese da vecchio Milan, senza tradire il metodo utilizzato fin qui per rinnovare la sua fama. Marcos Cafu, ieri mattina, ha rivelato un particolare sconosciuto ai più, l’esito del colloquio con Adriano Galliani, negli spogliatoi, a fine partita, sabato notte. «Mi ha detto che si può ridiscutere di un eventuale rinnovo del contratto» la frase dell’ex capitano della Seleçao, uscito da protagonista assoluto nella sfida col Cagliari. «La grande forza di una società è quella di non perdere la testa nei momenti difficili» è la convinzione di Adriano Galliani rimasto fedele al copione. Da vecchio Milan è anche la scelta dello schieramento tattico, che sarà rigorosamente 4-4-2 in fase difensiva, mentre poi nella fase d’attacco dovrà ricalcare la modifica fatta a Monaco, contro il Bayern.

Seedorf è destinato a incarnare l’ago della bilancia, ancora una volta. Ma il Manchester non è il Bayern. Neanche il clima sembra replicare il bel sole di Baviera. Fa fresco e minaccia pioggia, riferiscono gli avamposti rossoneri. È l’Inghilterra, bellezza.

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