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Berlusconi telefona ancora a Putin Persuasione come arma politica

Il premier fa leva sui suoi rapporti amichevoli. Presto riferirà alle Camere, ma la data resta un giallo

da Roma

Silvio Berlusconi continua a mediare. Per porre fine al conflitto tra Russia e Georgia. Per dare il suo «contributo alla soluzione della crisi in Ossezia». A riferirlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, che racconta di una «giornata fitta di contatti» per il premier, con i leader del G7 e dell’Ue, portati avanti dal ritiro estivo di Villa Certosa. Il governo quindi prosegue il suo lavoro diplomatico. E dovrebbe presto riferire alle Camere. Quando? Non si sa, è un piccolo giallo.
Settimana prossima, si vocifera a ora di pranzo, dopo la nota congiunta di Renato Schifani e Gianfranco Fini. Subito dopo, cioè, il via libera dei due presidenti alla eventuale convocazione agostana delle commissioni Esteri riunite. Poche ore più tardi, però, arriva l’accelerazione, a sorpresa, del ministro degli Esteri. Franco Frattini annuncia: ci presenteremo mercoledì pomeriggio, ovvero domani. Ma il Palazzo s’inquieta. E sotto gli ombrelloni di deputati e senatori interessati squillano i cellulari. Mercoledì? Ma è troppo presto, come si fa a organizzare tutto? Già. E poi, ricorda qualcuno con malizia, venerdì è Ferragosto. Così, a stretto giro, arriva lo stop al capo della diplomazia. Velatamente, in maniera garbata. Ma arriva. E tocca al leghista Stefano Stefani, presidente della commissione Esteri a Montecitorio, spiegare che bisogna attendere gli sviluppi futuri. Non è questione impellente, quindi, e mercoledì sarebbe prematuro. Come dire, è troppo presto, conviene aspettare l’esito delle varie iniziative diplomatiche, gli fa eco il collega di Palazzo Madama, Lamberto Dini.
La questione Ossezia irrompe quindi anche nell’agenda estiva dei parlamentari. E crea scompiglio. Eppure, sembrava piuttosto lineare la posizione di Schifani e Fini. I quali, «preso atto dei contatti in corso» con il governo, autorizzano le commissioni Esteri a convocarsi congiuntamente. «Non appena lo riterranno opportuno e udito il governo», specificano i due presidenti, «affinché il Parlamento sia informato» sugli sviluppi. Un modo per venire incontro anche alle richieste giunte nelle ultime ore da diversi esponenti dell’opposizione.
Ma a ciel sereno irrompe Frattini. Come un fulmine, lesto a riferire che il sottosegretario Enzo Scotti, di ritorno da Bruxelles - dove in mattinata lo rappresenterà al vertice europeo sulla crisi caucasica -, verrà ascoltato nel pomeriggio in Parlamento. Per la verità, il titolare della Farnesina dice anche altro. Ricorda, ad esempio, che Silvio Berlusconi «sta esercitando una moral suasion sul primo ministro russo, Vladimir Putin, fortemente basata sulla fiducia personale che intercorre tra di loro», con il quale ha avuto un nuovo contatto telefonico chiedendo di evitare azioni di ritorsione sulla Georgia. Ed esprime poi «ottimismo» sulla soluzione della crisi, alla luce delle consultazioni tra i ministri degli Esteri del G7 (il G8 meno la Russia), attendendosi inoltre «risultati concreti» dall’incontro a Mosca tra Nicolas Sarkozy, Bernard Kouchner e Putin.
Sulla vicenda prendono la parola anche altri esponenti dell’esecutivo. Il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, lancia l’allarme. Spiega di aver avuto «notizie dal governo georgiano che i russi stanno marciando verso la capitale». Ecco perché l’esponente del Carroccio chiede: «Berlusconi e il governo italiano devono intervenire subito per una pace immediata». Il ministro della Difesa Ignazio La Russa afferma invece che l’Italia è pronta ad impegnare i propri soldati, qualora arrivasse dall’Ue una richiesta specifica, per far «cessare il fuoco» e favorire i colloqui per una soluzione pacifica.

Una posizione, tra l'altro, condivisa anche da Frattini, «purché non in funzione anti russa».

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