Berlusconi: umiliazione internazionale La Lega: al voto in primavera

Il Cavaliere: "Clamorosamente bocciato in parlamento". Maroni: "Niente larghe intese". Striscione di An e Fi a Palazzo Chigi: "Prodi go home". Casini: "Serve una tregua"

Berlusconi: umiliazione internazionale 
La Lega: al voto in primavera
Roma - "A Prodi incombe l'obbligo, per ragioni di coerenza politica, di coerenza costituzionale, di coerenza etica, di rassegnare immediatamente le proprie dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica". Lo ha detto il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, incontrando i giornalisti a palazzo Grazioli. "Da questo disastro - ha aggiunto Berlusconi - il Paese deve uscire con le dimissioni di questo Governo". "Il governo ha voluto fare da solo ed è stato clamorosamente bocciato in Parlamento". "Perfino sull'allargamento della base americana di Vicenza - ha osservato il Cavaliere - sono stati solo i voti dell'opposizione che hanno consentito di mantenere la credibilità italiana di fronte agli alleati. Ma il Governo ha voluto fare da solo ed è stato clamorosamente bocciato in Parlamento".

Maroni: niente larghe intese, al voto a primavera "La soluzione più onesta, lineare e semplice è andare al voto subito, già la prossima primavera. Credo che dopo questa Finanziaria, anche con questa legge elettorale, la Cdl vincerebbe con un margine amplissimo". Lo afferma il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Roberto Maroni, commentando il voto del Senato. "Credo che l'ipotesi di larghe intese - aggiunge Maroni - sia impossibile. Nessuno è così folle da dare a questo governo e a questa maggioranza un appoggio. Vedo che l'Udc è disponibile a collaborare, cosa che a noi non interessa e faremo di tutto per convincere su questa linea l'intera opposizione. La verità è che il centrosinistra ha fallito e il centrodestra non deve soccorrerlo".

Fini: il problema politico c'è, ed è enorme "È alla Camera che Gianfranco Fini commenta la situazione del governo dopo il voto di palazzo Madama. Il leader di An, tra l'altro, ha replicato a Clemente Mastella, che con una metafora aveva invitato alla prudenza sul futuro dell'esecutivo dicendo "dalle mie parti si dice se il cantante è buono di vede alla fine". Con riferimento a Massimo D'Alema, e alla sua minaccia di dimissioni di ieri, Fini ha replicato: "C'è certamente, e forse c'è ancora, chi pensava di essere un cantante buono, ma dalle mie parti si dice che se un uomo è un uomo d'onore mantiene la parola data. Vediamo se D'Alema è un uomo d'onore e se la politica ha ancora una dignità".

Schifani: il premier non può fare finta di nulla "Il governo non ha più una maggioranza al Senato, Prodi si deve dimettere". Lo ha detto in aula il capogruppo di Forza Italia, Renato Schifani, dopo la bocciatura della politica estera del governo. "Oggi è un grande giorno per la nostra coalizione, per la Cdl e per Forza Italia. Avevamo promesso che Prodi sarebbe caduto al Senato. Abbiamo mantenuto la promessa". Il presidente dei senatori di Forza Italia esprime la sua contentezza per quanto è successo davanti a una selva di giornalisti e telecamere. "Non può continuare a fare il premier - aggiunge Schifani - un professore che sui grandi temi di politica estera non ha la maggioranza. La maggioranza non c'è, si vada a casa. Ora ci aspettiamo un gesto di responsabilità". Alla domanda se sono in campo nuove elezioni, Schifani ha risposto: "È troppo presto, sarà la politica a individuare un percorso ma per noi si può votare anche domani". "Pininfarina è nostro lavoro.... Oggi è un grande giorno per la nostra coalizione, per la CdL e per Forza Italia. Avevamo promesso che Prodi sarebbe caduto al Senato e abbiamo mantenuto al promessa. Prodi non può continuare a fare il premier perchè sui grandi tema di politica estera non ha la maggioranza. La maggiotanza non c'è, si vada a Casa. Ci aspettiamo un gesto di responsabilità".

Matteoli: non è possibile un governo senza politica estera "Noi riteniamo che il presidente del Consiglio debba recarsi dal capo dello Stato" perché "non è possibile un governo senza politica estera". Lo ha detto il presidente dei senatori di An, Altero Matteoli, commentando il voto dell'aula sulle comunicazioni di Massimo D'Alema. "Il ministro degli Esteri - ha riconosciuto Matteoli - era stato molto chiaro e determinato ieri quando aveva parlato della necessità che il governo abbia una maggioranza in politica estera. È stato chiaro anche oggi. Se, come credo, è una persona coerente, dovrebbe recarsi anche lui al Quirinale".

Casini non commenta la bocciatura Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, non intende commentare la bocciatura della mozione dell'Unione sulla politica estera al Senato. Si limita a confermare che il suo partito ha convocato, in seguito a questo voto, un ufficio politico. "Mi hanno telefonato proprio adesso...", si limita a dire ai cronisti che lo incalzano a Montecitorio.

Calderoli: trarre le conseguenze del voto "Sono stati battuti - dichiara Roberto Calderoli (Lega Nord) -. Ora Prodi e D'Alema ne traggano le conseguenze e salgano al Quirinale. Del resto, ieri il ministro degli Esteri aveva detto che se non c'era la maggioranza bisognava andare a casa".

Cicchitto: inevitabili le dimissioni "Il voto di oggi è la conferma che un governo che va dai troskisti a Mastella e Marini non regge, specie sulla politica estera. Prodi dovrebbe andare al Quirinale e dimettersi", dichiara il vice coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto.

Mussolini: ora tutti a casa "Ora tutti a casa. D'Alema l'aveva detto, se si va sotto si va a casa. Bene, allora se hanno un briciolo di dignità vadano via". Lo afferma Alessandra Mussolini, europarlamentare di Alternativa Sociale e segretaria nazionale di Azione Sociale, a proposito del voto al Senato sulla politica estera.

Bondi: lode a D'Alema «Vorrei rendere lode a quello che ha fatto D'Alema, cioè un'opera di chiarificazione perché il titolo di stamattina sul Corriere della Sera era di una chiarezza lapalissiana. Diceva giustamente D'Alema "Dobbiamo avere una maggioranza in politica esterà: io presento la mia politica estera, se non si è d'accordo, cioè se non c'è la maggioranza, si va a casa. Perché un ministro degli Esteri deve affermare innanzitutto il valore della linea politica che segue, che è l'immagine stessa del nostro Paese nel mondo". Lo ha detto il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, intervenendo a Radio Spazio Aperto.

"Quando eravamo all'opposizione - ha aggiunto Bonaiuti - tra il 1996 e il 2001 ben quattro volte abbiamo votato come opposizione a favore di posizioni di politica estera del governo che non erano condivise purtroppo dalla sinistra estrema".

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