Berlusconi in Veneto: "Aiuti immediati"

Il presidente del Consiglio con Bossi sui luoghi del disastro: "Fondi consistenti già in Finanziaria. Impressionante la reazione della gente". Il Senatùr: "Garantisco io: arriveranno gli schei". Zaia: "Prima a noi che a Pompei". Il presidente di Confcommercio Sangalli: "Imprese ko senza sgravi fiscali"

Berlusconi in Veneto: "Aiuti immediati"

nostro inviato a Padova

Al mattino, sotto la pioggia, l’hanno guardato in auto da vicino; più tardi, lasciando Padova, hanno sorvolato in elicottero questo Veneto alluvionato che si sente figlio di un dio minore. Il premier Silvio Berlusconi, il ministro Umberto Bossi, il governatore Luca Zaia e il capo della Protezione civile Guido Bertolaso hanno parlato con i sindaci e i cittadini, hanno visto le campagne ancora allagate dopo una settimana, i muri con i segni lasciati dall’acqua alta anche due metri, e nei piazzali i cumuli di sacchi neri gonfi di rifiuti differenziati: qui la plastica, là il legno, laggiù le lamiere. Gente composta e dignitosa, a parte gli sparuti gruppi di contestatori radunatisi davanti alle prefetture di Vicenza (organizzati dai «No Dal Molin») e Padova, dietro la regia dei centri sociali e del redivivo Luca Casarini.
L’aiuto dello Stato alle zone alluvionate sarà «sostanzioso e immediato», ha detto Berlusconi nella prima tappa del sopralluogo su queste terre ferite, Monteforte d’Alpone. Nella piazza principale, dove il municipio affianca la chiesa, il presidente del Consiglio ha elogiato il lavoro e la forza d’animo dei veneti, che in pochi giorni hanno riportato quasi alla normalità le aree sommerse dal diluvio. Monteforte è alla confluenza dei torrenti Chiampo e Alpone, esondati lunedì. Alcune strade sono ancora chiuse mentre vigili e uomini della Protezione civile si muovono dappertutto. «I veneti sono davvero grande gente, ho visto una reazione vigorosa e immediata - ha detto il premier -. Mamma mia che ripresa, ho visto che quasi tutto è già stato rimesso a posto. I veneti sono davvero grande gente, fa bene al cuore vedere una reazione così immediata, così vigorosa e con tutta questa capacità».
Berlusconi non ha quantificato l’intervento, rimandando la decisione al prossimo Consiglio dei ministri. Il governatore leghista Zaia ha stimato in un miliardo di euro l’ammontare dei danni tra risarcimenti, mancati introiti e nuove opere da realizzare. «I soldi il governo li deve dare prima al Veneto, poi a Pompei. C’è denaro per tutti e si possono fare tutte e due le cose, ma qui abbiamo mezzo milione di persone sott’acqua», ha ripetuto il presidente della Regione che nei giorni scorsi aveva minacciato uno «sciopero fiscale» della sua popolazione se fossero mancati gli aiuti.
«L’aiuto dello Stato sarà subito inserito nella finanziaria», ha promesso Berlusconi. «La proposta sul mancato pagamento dell’Irpef? Il governatore ha fatto bene a farla, anche io avrei ragionato nel suo modo - ha risposto il premier ai cronisti -, ma non ce ne sarà bisogno perché l’intervento dello Stato sarà tempestivo. Non sono venuto prima qui per non disturbare i soccorritori. Ma abbiamo già avviato la pratica presso la Commissione europea con cui ho parlato più volte. Venerdì verrà qui il commissario Tajani per prendere atto di tutto quello che è successo. Stiamo preparando un elenco dettagliato dei danni: l’Unione europea può partecipare con una percentuale dei danni che si sono verificati». Inoltre, ha ricordato Berlusconi, «c’è anche la possibilità dei cosiddetti fondi strutturali, circa 450 milioni di euro dal 2007 al 2013. E c’è lo Stato. Domani (oggi per chi legge, ndr) a Roma la Protezione civile incontrerà il ministro Tremonti e il governatore Zaia».
Anche il leader leghista Bossi, che era accompagnato dal governatore leghista del Piemonte Roberto Cota e dal figlio Renzo, ha assicurato l’arrivo dei soldi: «Garantisco io con il mio amico Tremonti. Il governo darà gli schei». Da Monteforte il drappello governativo si è spostato in prefettura a Vicenza per un incontro con i sindaci dei territori devastati e verso le 13 è giunto a Padova, dove si erano radunati circa 300 studenti per manifestare contro il premier e il governo. Anche nella prefettura patavina Berlusconi ha rassicurato gli amministratori locali sulla tempestività degli interventi.
Con i giornalisti c’è stato spazio anche per poche battute sulla situazione politica nella maggioranza. Berlusconi ha evitato ogni commento, più loquace (e ottimista) Bossi. «Vedo uno spiraglietto - ha ammesso -. Fini mi sembra prudente e lo strappo di domenica non è così irrecuperabile. Il problema è che adesso non si metta troppo a correre».

Il ministro delle Riforme ha confermato che sarà lui il mediatore tra il presidente del Consiglio e quello della Camera: «Sì, mi hanno preso per il collo e io mi metto sull’attenti - dice portandosi la mano alla fronte con il saluto militare -. Ho il mandato di Berlusconi a trattare con Fini ma anche quello di Fini a trattare con Berlusconi. L’importante è che passi la finanziaria, altrimenti salta il Paese».

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