Bernabè: «Nessuna società per la rete ultraveloce»

Il pensiero dell’amministratore delegato di Telecom Italia Franco Bernabè sullo sviluppo della rete a banda larghissima in Italia appare sempre più chiaro. Il manager appare infatti sempre più convinto, e lo ha già ripetuto in diverse occasioni, che in Italia ci sia già una buona larghezza di banda ma viene poco sfruttata. Quindi è importante prima creare la richiesta per i servizi a banda larghissima e poi investire nella stessa. Quando al digital divide, ossia a quelle persone che ancora non possono accedere all’Adsl «tocca alla comunità farsene carico». Insomma al governo, che però ha congelato gli 800 milioni promessi per lo scopo. Bernabè, che ha specificato che non ci saranno aggiornamenti a breve per il piano industriale, non ha intenzione di fare investimenti senza prevedere ritorni nel breve termine. Del resto Telecom, con 34 miliardi di debito, non se lo può permettere. L’ad è anche contro l’idea di «affidare a un unico soggetto lo sviluppo della rete telefonica di nuova generazione». Il manager non è favorevole alla creazione di una società veicolo per la rete di nuova generazione condiviso fra gli operatori e gli investitori istituzionali. Bernabè suggerisce dunque che gli operatori si muovano in concorrenza fra di loro per costruire ciascuno le proprie reti. Chiusa la porta in faccia alla società veicolo per la rete si è detto però disponibile a partecipare ad accordi con altri operatori e alle sperimentazioni richieste dal presidente dell’Agcom Corrado Calabrò, sia pur fissando qualche paletto.
«Qualsiasi condivisione di rete va attentamente verificata dall’Autorità per la concorrenza prima ancora che da quella per le tlc. D’intesa con le istituzioni siamo disponibili a individuare una città di medie dimensioni in cui sperimentare un accordo di condivisione con altri operatori, condividendo le scelte di governance ma preservando la concorrenza nelle offerte retail». Telecom però per Bernabè avrà un ruolo da protagonista in questa crescita. «La nostra società - ha detto - ha fatto 18 miliardi di investimenti negli ultimi 5 anni ed evidentemente ha la forza per continuare a farlo».


Sul fronte della compagine azionaria di Telco, dopo l’uscita della famiglia Benetton, Gaetano Miccichè, ad di Banca Imi e consigliere di Telecom, ha spiegato che è ancora prematuro parlare della sostituzione di Stefano Cao, rappresentante di Sintonia, la holding della famiglia Benetton, nel cda della società telefonica.

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