da Milano
«Occorre stabilire un tetto per luso del gas» nelle centrali elettriche, e «puntare piuttosto sulle fonti rinnovabili e sul carbone pulito»: lo ha detto ieri il ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, proprio allinaugurazione della centrale a gas di Torre Valdaliga Sud a Civitavecchia. «Non possiamo ancora definire un limite preciso per il gas - ha aggiunto Bersani - ma cè un concetto, una prospettiva: mettere equilibrio sulle fonti. Dobbiamo preoccuparci delle fonti rinnovabili ma non possiamo fare a meno di una quota di carbone pulito per mettere il sistema in sicurezza: e tra le quote del carbone rientra anche Torre Valdaliga Nord. Nel frattempo però occorre costruire infrastrutture per il gas come anche i rigassificatori. Esiste comunque una proposta di legge in Parlamento che rilancerà le fonti rinnovabili». E ieri Sergio Garribba, direttore generale per lEnergia del ministero, ha detto che entro i prossimi 15 giorni si riunirà il Comitato di emergenza sul gas che valuterà se adottare o no misure a carattere preventivo per evitare insufficienze delle forniture elettriche.
Il messaggio di Bersani è stato chiaro: «Bisogna accettare la riconversione a carbone pulito della centrale Enel di Torre Valdaliga Nord. Terremo nel massimo conto le esigenze della popolazione e sarà offerta tutta la tecnologia possibile per la tutela della salute e dellambiente. Si cercherà inoltre di favorire tutte le opportunità di sviluppo del territorio». Comunque non è da considerare chiuso il ciclo di investimenti nel settore: «Noi abbiamo avuto, rispetto allUnione europea, il più grande ciclo di investimenti nel settore elettrico e non è vero che non si può far niente come qualcuno sostiene» ha affermato.
A Torre Valdaliga Sud, il gruppo Tirreno Power, società controllata al 50% da Energia Italiana (gruppo Cir) ed Eblacea (70% Electrabel e 30% Acea), ha investito 450 milioni di euro per portare la potenza complessiva dellimpianto a oltre 1.500 megawatt. Bersani è anche intervenuto sulla crisi del gas dello scorso anno, spiegando che, alla luce dellaccordo tra Russia e Ucraina, «le cose si stanno mettendo in maniera positiva: riteniamo - ha precisato - di essere in una situazione relativamente tranquilla, anche se abbiamo ancora 2-3 anni critici».
Linaugurazione di Torre Valdaliga è stata anche loccasione per il vertice dellutility romana Acea per fare il punto su alcune questioni aperte. Innanzitutto «non abbiamo nessun progetto in corso che riguardi Hera o Enìa» ha detto lad Andrea Mangoni, frenando così le indiscrezioni secondo le quali non è da escludere la possibilità di un asse tra lemiliano romagnola Hera e Acea. La due società, dopo gli acquisti di Acea in Toscana, sono quasi contigue da un punto di vista territoriale. Mangoni ha addirittura affermato che la società romana non è interessata ad alleanze con altre utility e ha precisato che «Acea ritiene che il consolidamento può essere unopportunità, ma non un vincolo e può avvenire senza passare per operazioni di aggregazione.
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