Bersani: «Industriali inadeguati Così aprono le porte agli stranieri»

Colloquio di mezz’ora con Unicredit Profumo: «La nazionalità non conta» La Margherita: «No al protezionismo»

da Roma

Come se il caso-Rovati non fosse mai accaduto, il governo ieri ha ribadito la sua intenzione di svolgere un ruolo attivo nella finanza italiana, in particolare nelle telecomunicazioni. «Siamo ben oltre il rischio dell’ingresso degli stranieri», ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, sottolineando come sia «evidente che l’ossatura dei nostri protagonisti industriali e finanziari non è in grado di raccogliere una sfida di questa portata».
L’esponente diessino non è entrato nel dettaglio della materia premettendo che «il fatto del giorno è Fastweb», ma la gestione del principale operatore tlc italiano da parte della Pirelli & C. di Marco Tronchetti Provera non ha sicuramente incontrato il gradimento di Palazzo Chigi. E il giudizio di Bersani a riguardo («non è in grado di raccogliere la sfida») è eloquente. Se in estate Romano Prodi ha fatto ricorso al suo ex consulente per elaborare una strategia alternativa a quella di Via Negri, ieri Bersani si è intrattenuto in concistoro per mezz’ora con l’ad di Unicredit, Alessandro Profumo, nel corso del vertice italo-russo. «Noi parliamo in termini generali - si è schermito - poi ciascuno si muove in piena libertà».
Ma il dato più rilevante è il pronunciamento sull’italianità delle telecomunicazioni. «Non escludo - ha precisato - che se si profila il tema del controllo dei grandi soggetti industriali ci debba essere la presenza del capitale italiano. In attesa dei fondi pensione dobbiamo trovare dei punti di stabilità strategici come avviene negli altri Paesi». Anche se per Profumo «la nazionalità non conta», il governo la pensa in maniera differente come testimoniato dalla costituzione del fondo F2i nel settore infrastrutture.
La realizzazione di questo disegno, però, si scontra non solo con i diritti di proprietà di Pirelli & C., ma anche con le difficoltà politiche di un esecutivo formato da una coalizione patchwork indebolita da mesi di contrapposizioni. La sinistra radicale quasi certamente appoggerà ogni azione regolatrice. «È necessario tutelare la rete di telecomunicazione italiana», ha dichiarato il verde Angelo Bonelli. Ma la Margherita, secondo azionista del governo dietro i Ds, è meno favorevole all’intervento pubblico sotto qualsiasi forma. Il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha solo auspicato «che l’impresa e la finanza italiane siano all’altezza della sfida».

Il responsabile Riforme del suo partito, Riccardo Villari, ha messo da parte i preamboli. «E che, facciamo un altro protezionismo? Nel mercato ci sono le capacità per autorigenerarsi. La politica deve rimanere fuori». Bersani non la pensa così.

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