Roma - Il Pd perde pezzi. Due. Prima il deputato Antonio Gaglione, poi la senatrice Luciana Sbarbati. Lui se n’è andato in silenzio. Senza sbattere la porta. E anzi si è mimetizzato in quello strano terminal della politica che è il gruppo misto di Montecitorio. Ma il suo punto d’arrivo non è meno clamoroso: Gaglione, cardiologo pugliese, era solo due anni fa sottosegretario alla Sanità nel governo Prodi. Nel 2008 era stato eletto, lui di provenienza margheritina, nel Pd. Oggi è al gruppo misto della Camera e aderisce formalmente alla componente di Noi Sud, il movimento fondato da Enzo Scotti per rilanciare dalle parti del centrodestra la questione meridionale. Tradotto in italiano, Gaglione è ora dentro la maggioranza, nell’orbita del Pdl, e questo in un momento cui la compagine berlusconiana appare in difficoltà.
Riassunto delle puntate precedenti: Scotti, in passato fra i big della Dc e oggi sottosegretario agli Esteri, militava fino a qualche mese fa nell’Mpa di Raffaele Lombardo. Poi Lombardo mette la freccia e comincia a spostarsi a sinistra. Decide di appoggiare Agazio Loiero alla regionali calabresi, manda avanti un proprio candidato in Campania, si schiera con il terzo polo di Adriana Poli Bortone in Puglia. Scotti non ci sta. È la scissione. I fuoriusciti dall’Mpa fondano Noi Sud. Sono quattro i parlamentari, più Scotti, ma si danno da fare. Appoggiano i candidati del centrodestra, ma in Campania e Calabria provano anche a contarsi e superano la soglia del 3 per cento. In Puglia, invece, rinunciano: c’è già Io Sud della Poli Bortone e la presenza di Noi Sud trasformerebbe il voto in un ginepraio semantico. Peggio di un quiz. Meglio pazientare e mettere fieno in cascina. Gaglione partecipa al comizio di Berlusconi a Bari per sponsorizzare Rocco Palese. È il segnale del passaggio, anche se lui, glissa: «In autunno ho abbandonato il Pd: c’è stato un malinteso e mi hanno accusato di assenteismo. Ma non ho ancora preso una decisione definitiva». Anche se Gaglione continua a frequentare poco l’aula. Così tocca al suo due volte collega Luciano Sardelli, deputato e pediatra, confermare la svolta. E il portavoce Sardelli esplicita: «L’ho convinto io, ora è il quinto di Noi Sud, nel Pd si sentiva sempre più a disagio». Il campano Antonio Milo guarda lontano: «Noi Sud non è un partito piagnone, noi vogliamo che il Mezzogiorno cammini sulle sue gambe, siamo per il federalismo, non siamo contro la Lega». È la tesi che Scotti sviluppa nel suo recente saggio L’Italia corta.
Intanto, Noi Sud potrebbe allungarsi, con l’arrivo di altri due parlamentari strappati alla sinistra. Si vedrà. Di sicuro il Pd perde anche la senatrice repubblicana Luciana Sbarbati che, in conferenza stampa, annuncia il suo trasloco all’Udc. Ma resta all’opposizione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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