Il principe William non sarebbe stato l’unico reale accanto a Carlo III nella dura presa di posizione contro l’ex duca di York Andrea. La principessa del Galles Kate e la regina Camilla avrebbero avuto un ruolo fondamentale nell’ultimo atto di questa storia triste e al contempo spaventosa. Il loro sostegno al Re, però, non deriverebbe solo dall’impazienza di liberarsi dall’ingombrante figura dell’ex principe, ma anche da sentimenti più profondi, che toccano la loro dignità di persone e di donne. Persino il duca di Sussex si sarebbe schierato con la royal family senza pensarci un attimo. Del tutto involontariamente Andrea è riuscito nell’impresa di riunire i Windsor, seppure per un breve periodo.
Da principe a commoner
Carlo III “ha avviato il procedimento formale” per la rimozione di tutti i titoli e dei gradi militari del principe Andrea, ha annunciato Buckingham Palace, citato dalla Bbc, lo scorso 31 ottobre. Presto suo fratello diventerà per tutti solo Andrea Mountbatten Windsor. Sua Maestà ha fatto la scelta che molti credevano improbabile. Quella stessa scelta che neppure la regina Elisabetta aveva osato compiere, per non “umiliare” suo figlio, dicono gli insider. All’ex duca di York è stato anche imposto di abbandonare il Royal Lodge, la sua casa per vent’anni e “trasferirsi in un alloggio privato”. Ma non basta. Il comunicato ufficiale, infatti, termina con una frase che non lascia spazio né a interpretazioni, né a possibili fraintendimenti riguardo all’opinione della royal family sull’ex principe: “Le Loro Maestà vogliono chiarire che i loro pensieri e la loro assoluta solidarietà sono e rimarranno con le vittime e i sopravvissuti di qualunque forma di abuso”.
La “punizione” di Andrea
La nota ufficiale di Buckingham Palace è stata redatta in uno stile scarno, addirittura “molto brutale”, ha dichiarato la storica reale Kelly Swaby alla Bbc. La posizione della royal family sullo scandalo Epstein e il coinvolgimento di Andrea doveva essere spiegata in modo diretto perché, ha fatto notare ancora la Swaby, “alle persone comuni non importa nulla della semantica, vogliono vedere la punizione e l’opinione pubblica è completamente contro Andrea, il Palazzo lo sa e il linguaggio riflette molto [tutto] ciò”.
“Il colpo di grazia”
L’esperto reale Christopher Andersen, intervistato da Us Weekly, è convinto che la causa scatenante delle decisioni di Carlo III sia stata la recente pubblicazione del memoir di Virginia Giuffre, “Nobody’s Girl” (21 ottobre 2025). “Il colpo di grazia”, lo ha definito l’esperto. Nel volume, uscito postumo, l’accusatrice dell’ex duca di York ha raccontato gli anni trascorsi nella rete di violenze e di silenzi creata da Epstein, lasciando emergere la parte più oscura dell’indole di Andrea. “La tensione” tra i fratelli sarebbe cresciuta negli anni successivi allo scandalo relativo agli abusi, esplodendo proprio con le rivelazioni della Giuffre. Andersen, però, crede che non sia stata ancora scritta la parola fine su questa tragedia: “Non si può evitare la sensazione che ci sia di più, qualcosa di persino più deleterio che ha costretto il Re a prendere misure così drastiche”. L’esperto è anche convinto che il governo britannico abbia esercitato delle pressioni sul sovrano, affinché escludesse definitivamente Andrea dalla corte britannica.
“Non poteva continuare”
Il parere del principe William sul futuro di Andrea, dicono i tabloid, sarebbe stato determinante. L’esperta reale Jennie Bond non ha dubbi e alla Bbc ha spiegato: “Penso che questa linea dovesse essere tracciata e che con ogni probabilità William stesse spingendo il Re a farlo”. L’ex duca di York era ormai una mina vagante per la royal family. Nelle ultime settimane tutta l’attenzione mediatica si è concentrata sul suo passato scabroso, “mettendo in ombra” il lavoro dei Windsor. “Non poteva continuare” così, ha proseguito la Bond. In particolare sarebbero stati penalizzati il viaggio di Carlo e Camilla in Vaticano, lo scorso ottobre e il tour di William in Brasile, iniziato lo scorso 3 novembre, riporta la Bbc. Due visite importantissime per il loro valore diplomatico. Pregando con Papa Leone XIV, nella Cappella Sistina, il Re ha compiuto un passo storico nel percorso di la riconciliazione tra la Chiesa Cattolica e quella Anglicana. L’erede al trono, invece, si è recato in Sudamerica per presentare l’Earthshot Prize e pronunciare un discorso alla COP30, la trentesima Conferenza delle Parti sul clima che si terrà a Belém dal 10 al 21 novembre 2025.
Il ruolo di William
I media sono certi che il principe di Galles abbia messo in chiaro di non avere alcuna intenzione di ereditare una Corona offuscata dagli scandali dello zio. Del resto il popolo britannico non avrebbe intenzione di perdonare Andrea. Né ora, né mai. Tale malcontento potrebbe rappresentare un fardello troppo pesante per William: per molti, infatti, l'erede al trono è il vero modernizzatore della monarchia. Non può permettersi di deludere le speranze e le aspettative che i britannici ripongono in lui non solo come giovane futuro Re, ma soprattutto in quanto figlio di Lady Diana, l’indimenticata principessa che ha lottato tutta la vita contro le convenzioni radicate nell’istituzione.
“Preoccupato per la sua salute mentale”
C’è, però, anche una voce fuori dal coro secondo cui il principe William non avrebbe avuto alcun ruolo nelle decisioni del Re. Al contrario, sarebbe persino preoccupato per la salute mentale di Andrea: “Credo che molti…non abbiano compreso che in realtà il principe William non ha guidato [la royal family]" contro l’ex duca di York, ha dichiarato la giornalista Emily Maitlis nel podcast The News Agents, citato da Geo News. “Mi è stato riferito che il principe William è il più preoccupato sullo stato di salute mentale dello zio…Il suo lavoro e quello di Kate è molto vicino ai problemi che riguardano la salute mentale”.
Kate e Camilla
L’eventuale preoccupazione dell’erede al trono per il futuro dello zio non escluderebbe il suo ruolo decisivo nella vicenda riguardante la revoca dei titoli. Pur provando una certa apprensione, William potrebbe aver convenuto, insieme al Re, che quella fosse l’unica strada percorribile per proteggere la monarchia. Stando alle ultime indiscrezioni, però, dietro alla decisione e al comunicato di Buckingham Palace ci sarebbero anche la regina Camilla e Kate Middleton. Le due reali avrebbero avuto una parte equivalente, o quasi, a quella del principe di Galles. Una fonte del People ha confermato: “Penso che la Regina sia coinvolta. Camilla e Catherine avrebbero fatto pressione e anche William, che non voleva ereditare questo grattacapo. È stata una decisione di famiglia”. Sebbene, naturalmente, sia stato Carlo III ad avere l’ultima parola.
La battaglia della Regina
Secondo la fonte la frase del comunicato in cui il Palazzo esprime solidarietà alle vittime di abusi sarebbe stata introdotta proprio per volontà di Camilla e di Kate. Della prima in particolare. “Si percepisce un tocco femminile”, ha precisato l’insider. Non possiamo dimenticare che la Regina si batte da anni in difesa delle donne che subiscono violenze. Nel 2016, quando era ancora duchessa di Cornovaglia, durante un ricevimento a Clarence House dedicato alle vittime di abusi, Camilla, citata dal People, dichiarò: “Gli abusi domestici rimangono un problema nascosto nella nostra società…caratterizzato dal silenzio”, che è “logorante…Spero che…possiamo iniziare a tirare via il velo del silenzio”. In un intervento durante la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 2020, ricorda il sito ufficiale della royal family, Camilla disse ancora: “Ognuno di noi deve fare la propria parte in modo da fare tutto ciò che è in nostro potere per sensibilizzare, per raggiungere gli altri, supportare ed essere ispirati da queste coraggiose sopravvissute”. Nel marzo 2025, riporta il Daily Mail, la sovrana ha anche scritto una lettera a Gisèle Pelicot, la donna francese vittima di terribili violenze, esprimendole tutta la sua vicinanza e lodando la sua “straordinaria dignità”.
“Un sincero interesse”
Nel suo libro “Power and the Palace” (11 settembre 2025), citato dalla Bbc, il giornalista Valentine Low una spaventosa disavventura accaduta proprio a Camilla. Tra i 16 e i 17 anni, infatti, la futura sovrana fu vittima di un tentativo di aggressione sessuale su un treno. Per fortuna tutto si risolse senza gravi conseguenze: Camilla si difese, colpendo l’aggressore con il tacco della sua scarpa, come le aveva insegnato la madre e lo fece arrestare alla stazione di Paddington. “Fece la cosa giusta”, ha detto Low a Bbc Radio 4 – Today. “Non solo è stata intraprendente e forte, ma anche una cittadina responsabile nell’assicurarsi che l’uomo venisse arrestato”. Tuttavia non avrebbe mai raccontato l’episodio in pubblico perché “non voleva attirare l’attenzione su di sé a scapito delle esperienze [delle vittime]. Negli anni ha sentito molte storie e ha un interesse molto profondo e sincero per questa questione, non tutto nasce da un incidente quando era adolescente”. Di certo anche il caso di Virginia Giuffre deve aver colpito molto Camilla e potrebbe averla convinta a lanciare un messaggio di solidarietà, attraverso il comunicato di Buckingham Palace, a tutte le vittime dello scandalo Epstein.
Il sostegno di Harry
Stando alle indiscrezioni trapelate dal Sun il principe Harry avrebbe dato il suo pieno appoggio al Re nella questione relativa ai titoli di Andrea. Sembra che il duca di Sussex e suo padre siano rimasti in contatto telefonico dallo scorso settembre, quando si sono incontrati a Clarence House e per tutta la fase di discussione familiare sulla sorte dell’ex principe. “Harry rimane vicino alle figlie di suo zio, la principessa Beatrice e la principessa Eugenia”, ha scritto l’Express, ma sarebbe convinto dell’importanza e della correttezza delle misure adottate da Buckingham Palace.
“Nessuno aveva osato suggerirlo”
Il sostegno del duca di Sussex alla royal family non è poi così sorprendente. Nel suo memoir Spare (2023) Harry ha lamentato una disparità di trattamento rispetto allo zio per quel che concerne il diritto alla scorta: “…Mio zio Andrea…era rimasto coinvolto in uno scandalo vergognoso, accusato di aver abusato sessualmente di una ragazza, e nessuno aveva osato suggerire di togliergli le guardie del corpo. Quali che fossero i motivi di risentimento nei nostri confronti, nell’elenco non c’erano di sicuro reati sessuali”. Il Mirror evidenzia che ad Andrea sarebbe stata assicurata la protezione della polizia fino al 2022, poi la regina Elisabetta avrebbe provveduto personalmente a far fronte a tale incombenza. Carlo III avrebbe seguito la linea di condotta della madre fino al 2024, quando ha smesso di finanziare l’alto tenore di vita del fratello.
“Esasperato”
Sua Maestà ha agito per il bene dell’istituzione, ma ciò non significa che la scelta sia stata indolore. "Sarebbe stato davvero esasperato”, ha dichiarato una fonte al People. “Ad Andrea sono state date così tante possibilità e opportunità per fare la cosa giusta e [il Re] si sarebbe sentito esasperato dal fatto di dover prendere una decisione difficile, invece di lasciare che fosse Andrea ad affrontare [la situazione]. Sarebbe stato piuttosto doloroso”.
Carlo III “non sarebbe stato contento” di dover estromettere completamente l’ex principe dalla corte, ma “doveva farlo”, anche se “Andrea è suo fratello e lui prova affetto nei suoi confronti, si preoccupa per lui”. Ora la royal family vorrebbe soltanto “guardare al futuro”.