Bersani ce la sta mettendo tutta per convincere Di Pietro ad appoggiare il governo Monti. "Ognuno - dice il segretario del Pd a Mattino 5 - si deve prendere le sue responsabilità: spero che Di Pietro possa ripensarci perché prima viene l’Italia poi le alleanze e la politica". Poi Bersani torna a ribadire la propria linea in merito all'attuale crisi: "Credo che ci debba essere un governo con un forte profilo tecnico, senza escludere la politica ed il parlamento". Un elegante giro di parole per salvare capra e cavoli: da un lato l'esigenza di attuare misure concrete volte a ridare slancio all'economia, dall'altro la necessità di salvaguardare le prerogative del parlamento e, di fatto, la volontà dei cittadini, manifestatasi attraverso il voto.
Il leader del Pd, dopo aver ribadito il proprio no ai ribaltoni, fa una citazione storica: "Non vedo come un governo possa avere credibilità in una situazione parlamentare da Vietnam". Che tradotto dal politichese vuol dire: se in parlamento c'è una continua guerriglia è difficile governare. E lo è ancor di più se a Palazzo Chigi c'è un governo tecnico che, sulla carta, politicamente dovrebbe essere super partes.
Accantonata l'emergenza economico-finanziaria uno dei temi caldi del dibattito politico è la legge elettorale (in ballo c'è anche il referendum anti Porcellum). Una modifica del sistema di voto in un modo o in un altro vorrebbe dire alterare, o meno, il bipolarismo e le possibilità dei partiti più piccoli di entrare nel prossimo parlamento. Bersani taglia la testa al toro: "La legge elettorale non la fa il governo". Poi torna a parlare dell'esecutivo: ci dovranno essere "profili e presenze che siano una novità, che abbiano esperienza e rapporti con la società civile". Per Bersani, tuttavia, "non si può indebolire il prossimo governo per l’esigenza di averci dentro una persona".
Dopo pochi minuti dall'invito di Bersani arriva la risposta dell'Italia dei valori. "Non replichiamo, per senso di responsabilità, a quanti nel Pd rivolgono attacchi nei nostri riguardi - dice Leoluca Orlando - segno d’imbarazzo nei confronti di una scelta che, se dovesse essere quella che temiamo, sarà difficile spiegare agli elettori. Per diciotto mesi, infatti, si realizzerà una sospensione della politica e si assisterà al giuramento, al Quirinale, di ministri del Pd e di ministri del governo Berlusconi. Chiamare tecnico o d’emergenza un tale governo è un’offesa all’intelligenza delle persone". Per il portavoce dell’Idv "Berlusconi sembra avere un disegno malefico, vuole rimanere al governo, coinvolgere il Pd e distruggere Bersani. Poi, in diciotto mesi di confusione, farà fare macelleria sociale al governo Monti, farà dimenticare o addirittura rimpiangere il governo Berlusconi, consentendo al Cavaliere di restare, di fatto, al potere, candidando poi nel 2013 come premier Alfano". Per capire chi avrà ragione - e chi no - non resta che aspettare un po'. Una cosa è certa: in democrazia il ricorso alle urne è la migliore medicina. Ma vi sono dei momenti in cui uno sforzo può essere utile - se non addirittura indispensabile - a superare l'emergenza.
Solo in serata l'apertura di Di Pietro. Con tanti "se" e con tanti "ma". "Se è vero come è vero che i mercati non possono aspettare - ha spiegato il leader Idv - Monti potrà fare quegli interventi di urgenza che vogliamo sapere nel merito quali sono e non devono essere macelleria sociale. Però ci deve essere chiarezza sui tempi entro cui andare alle elezioni con una nuova legge elettorale".
Intanto Beppe Pisanu, oltre a manifestare il proprio apprezzamento per Monti rivendica la primogenitura della proposta: "Penso proprio che ce la farà (Monti, ndr). Questa proposta io l’avevo fatta un anno fa".
Poi anticipa che il gruppo del Pdl al Senato "voterà compatto" un eventuale esecutivo guidato dall'economista. "E come fa a non votarlo?" Ai giornalisti che gli domandano se faccia parte ancora del Pdl, Pisanu risponde: "Certo, sono anche andato a ritirare la tessera"...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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