Bertinotti: solo il Cavaliere è un leader post moderno

Per il presidente della Camera l’ex premier è l’alpha e l’omega della Seconda Repubblica. Di Pietro: così si è liberato dei parassiti

da Roma

«Berlusconi è l’alpha e l’omega della Seconda Repubblica. Lui ne è stato l’inizio con la sua discesa in campo, lui con un altro colpo di teatro ne ha decretato la fine. Chapeau!». Chi potrebbe essere l’autore di questa ode al creatore del Partito della libertà? La risposta è sorprendente: si tratta di uno dei più acerrimi avversari politici del Cavaliere, il presidente della Camera, Fausto Bertinotti.
«L’unico leader italiano postmoderno», ha confessato l’ex sindacalista in Transatlantico dinanzi agli attoniti forzisti Cicchitto, Bonaiuti e Leone. «Ero davanti alla tv con mia moglie quando ha dato l’annuncio e abbiamo commentato: “Fantastico”», ha aggiunto e chissà cos’altro avrebbe detto se il segretario di Rifondazione, Franco Giordano, non lo avesse trascinato via.
Ma Bertinotti non è nuovo a questa sortita considerato che già in un’intervista al Corriere aveva paragonato l’iniziativa di Berlusconi alla «mossa di un surfista che sta sull’onda e compie un’acrobazia». Sarà quello «scompaginamento del quadro politico» che il presidente della Camera auspicava da tempo (per opposti motivi), sarà la comune fede milanista, ma un pubblico riconoscimento di abilità politica di tale portata non appare altrimenti motivabile.
La nascita del Pdl, comunque, non è piaciuta solo al «subcomandante Fausto». Nel centrosinistra molti insospettabili hanno apprezzato se non lodato la strategia berlusconiana. A partire dal leader dell’Idv, Antonio Di Pietro. «Quando si raccolgono un milione di firme in poco tempo non si può liquidare tutto questo come populismo perché è un atto di resa di chi non vuole affrontare i problemi», ha affermato il ministro che già aveva tributato «tanto di cappello» al suo avversario perché «con una fava ha preso tre piccioni creando le premesse per liberarsi di tutti quei parassiti che gli stanno intorno».


E che dire del sindaco-filosofo di Venezia, Massimo Cacciari? «Ha un fiuto che gli va riconosciuto: ha agito in contropiede e si è rimesso al centro della scena politica con l’apertura alla grande coalizione», ha commentato. «Una mossa magistrale, torna al centro del sistema politico», ha replicato il lib-dem Lamberto Dini da quella terra di mezzo tra Pd e centrodestra che il Pdl potrebbe rendere sempre più stretta.

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