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BERTOLINO AZZECCA IL PROGRAMMA

Tra i comici di più assidua frequentazione televisiva, Enrico Bertolino è quello più «inglese». Non ha una faccia che appena la vedi ti fa ridere, facilitazione concessa a chi nasce con i tratti somatici che spingono istintivamente al riso. E non ha nemmeno nelle sue corde un tipo di comicità che trascina, che coinvolge immediatamente. Tuttavia, quel che perde in vis comica ed energia istrionica Bertolino lo guadagna in sottigliezza ironica, specie quando ha il coraggio di percorrere i sentieri non molto battuti della satira di costume, che certo non gode del rimbalzo mediatico concesso alla satira politica, ma che ha tradizioni altrettanto antiche (oltre ad essere meno ripetitiva e quindi, sul lungo tragitto, potenzialmente più interessante). Per caratteristiche fisiognomiche e tipologia umoristica Bertolino è condannato a essere un’anima comica in pena, un po’ sballottato tra programmi che non lo «vestono» bene perché di impronta troppo giovanilistica, altri in cui non crede, altri ancora in cui non si capisce se conduca, faccia il capocomico (che non è) o il semplice intermezzo monologante. Ora finalmente, con Glob (venerdì su Raitre, ore 23,30) sembra aver trovato una trasmissione che gli si cuce addosso con pertinenza, dove può fare quel che assomiglia alla sua seconda (o prima?) attività, quella di docente sui generis impegnato a svelare segreti e trucchi del mondo della comunicazione. Glob (sottitolo: L’osceno del villaggio globale) è quanto di più vicino alle caratteristiche discorsive e colloquiali della comicità di Bertolino. È un programma gradevole, dove è più facile sorridere che ridere, il che non è un difetto come si crede troppo spesso in ambito televisivo, ma un valore aggiunto. In un programma di questo tipo, in cui si ironizza sui vizi vecchi e nuovi del mondo della comunicazione, sui cortocircuiti del linguaggio pubblicitario, sui contenuti spesso grotteschi della posta dei settimanali popolari, sulle forme di dipendenza psicologica indotte dalla televisione, Bertolino si trova a suo agio, in un contesto che padroneggia, dove si consente di dare spazio a ospiti chiamati a illustrare, ad esempio, come si ride all’estero e quanto durano i reality al di fuori dei nostri confini (grazie a Filippa Lagerback si scopre, ad esempio, che in Svezia le puntate dei reality durano non più di un’ora con buona pace di tutti).

Bertolino accetta anche di fare da spalla all’ottima Debora Villa, ogni qual volta la chiama al proscenio, ed è un’altra dimostrazione di buon feeling con questo suo nuovo programma. Glob dovrà lavorare con impegno sui testi, rendendoli più incisivi, ma già adesso è un appuntamento di accattivante simpatia, in cui la comicità cerca di prendere una strada sorridentemente riflessiva.

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