Berton irrompe nel regno di Cracco

Poker: Cracco, Moroni, Sadler e Berton. La Michelin, accendendo otto nuove doppie stelle in tutta Italia (e nessuna terza stella, il massimo), non si è scordata di Milano. In appena due edizioni, Andrea Berton, chef al Trussardi alla Scala, passa da zero a una stella e subito dopo a due, caso quasi unico. Di lui la Rossa consiglia le Seppie arrosto con salsa alla liquirizia, il Risotto alle erbe, olive taggiasche, polvere di cappero e noce di capasanta alla plancia e per dessert il Tiramisù cremoso nel bicchiere.
Con questo colpaccio, Berton affianca il suo amico Carlo Cracco (entrambi sono stati primi cuochi da Gualtiero Marchesi), titolare del locale meglio votato dalle tre principali guide al mangiarbene: l’Espresso e il Gambero Rosso. In una top 10 che abbraccia il capoluogo e l’intera sua provincia, i due amici (è stato Cracco a suggerire Berton a Beatrice Trussardi) si ritrovano sul podio, separati però dall’inossidabile Aimo Moroni. Il grande toscano, con la moglie Nadia e la figlia Stefania grandi in via Montecuccoli, convince sempre tutti con la naturalità dei suoi gesti, al servizio di materie prime rigorosamente italiane.
Sommando i voti, si scopre che un altro grande vecchio (che invecchia pure lui bene) come Ezio Santin, re alla Cassinetta di Lugagnano, precede tanti che hanno minimo vent’anni meno di lui, ad esempio Claudio Sadler, Luca Brasi, Pietro Leemann... Sulla Brandade di stoccafisso di Santin non tramonta mai il sole.
Curiosa la vicenda Luca Brasi. Bergamasco dei monti, è diventato milanese, almeno a livello di graduatoria certo non di anima, per avere chiuso la Lucanda a Osio Sotto e averla trasferita 19 km più a ovest, a Cavenago di Brianza all’interno dell’hotel Devero. Superati così prima il Brembo e poi l’Adda, irrompe nel gotha meneghino proponendo ad esempio i Tortelli di mandorle amare.
E fa ancora di più specie notare come non sempre sia sufficiente una stella Michelin (che da sola vale come tutte le altre guide messe assieme) per emergere a livello di freddi numeri. Milano infatti non vede brindare solo Berton. Gli ispettori della Rossa, guidati da Fausto Arrighi, hanno acceso una stella anche su Innocenti Evasioni, l’insegna di Eros Picco e Tommaso Arrigoni vicino piazzale Accursio, e su Tano passami l’olio alias il mondo di Gaetano Simonato sul Naviglio Grande. Sono due posti che aprono solo la sera, entrambi a elevato tasso di romanticità ed entrambi poco considerati da Espresso e Gambero. L’Espresso addirittura, dopo avere stroncato lo scorso anno Tano, ora lo ignora. Per Simonato, che ha messo la recensione incriminata alla berlina nel sito, una bella rivincita.


Di certo è contento anche Antonio Facciolo, da sempre proprietario e da poco pure chef della Brisa in via Brisa: è questa la novità a livello di Bib Gourmand Michelin, i posti buoni a prezzi contenuti, i più cercati.

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