La Bestia è rimasta ingabbiata

Molto rumore per nulla, almeno dentro lo stadio. Striscioni, sfottò, messaggi in codice tra le due tifoserie, ma la nota più lieta arriva poco prima del fischio d'inizio: l'intero stadio, in barba a fazioni e rancori, regala un lungo applauso allo scomparso Franco Sensi nel momento in cui, sulla «sua» poltroncina in Tribuna Autorità, la moglie Maria depone un fascio di rose. Peccato che, di lì a poco, inizi il match: caldo, errori, superficialità, questo il mix che mette le ganasce a Vucinic e compagni. Con la sola eccezione di Aquilani, autore di un gol scaccia-pensieri in vista di una firma sul contratto che sogna ad occhi aperti, la Roma si tuffa nel festival degli errori e in gradinata gli sbadigli si alternano alle paure. Nel dopo gara i tam-tam delle radio alzano il sipario sul tormentone e i nuovi acquisti finiscono sul banco degli imputati. «Baptista sembra in preda ad un dubbio tattico: la Bestia è rimasta in gabbia…».

Oppure: «Ma allora è vero che Menez somiglia a Cassano, uno dei talenti più incostanti sbarcati in città?». Sfoghi, delusioni. Ma è presto per sparare a zero. Meglio aspettare. Con una convinzione, però: più di qualcuno, soprattutto dalle parti di Trigoria, rimpiange il mancato arrivo di Mutu.

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