Bettini: «Bisogna inventare qualcosa»

Il fascino unico della corsa più lunga del mondo. Cancellara potrebbe deciderla sul Poggio. Freire, Petacchi o Boonen in volata

da Milano

Coppi che scappa già a Binasco, appena fuori Milano, con Teisseire, Ronconi e altri sei «matti»; Gimondi che fa il vuoto sul Berta; Bugno che se ne va sulla Cipressa; Chiappucci che scappa lungo la discesa del Turchino; Gabriele Colombo che se ne va sulla Cipressa; Merckx che la vince sette volte, in tutti i modi possibili e immaginabili: in volata (’66, ’67 e ’75), con una progressione lungo la discesa del Poggio (’69), con un attacco sul Poggio (’71 e ’72), con uno sprint a due sul giovane Jean-Luc Vandenbroucke (’76). Poi c’è la rasoiata di Filippo Pozzato, (2006), che a 600 metri dal traguardo risponde all’attacco di Nocentini e tira dritto. Ma c’è anche il capolavoro di Luca Paolini che conduce alla vittoria Paolo Bettini, che al bis alla Sanremo, in maglia iridata come Saronni e Gimondi, ci pensa da tempo.
La Sanremo corsa per velocisti, ma anche per uomini di fondo «perché bisogna avere resistenza e fortuna...», dice Bettini. «È proprio vero, la Sanremo è la corsa più facile che ci sia, ma solo all’apparenza. La lunghezza, quei continui saliscendi, quelle continue accelerazioni, restano tutti nelle gambe. Bisogna tenere sempre gli occhi ben aperti: ogni occasione può essere quella propizia. Ci vuole lucidità, intuito e fondo...». Bettini è uomo veloce, ma sa perfettamente che sulla velocità pura c’è chi è più veloce di lui, soprattutto su un traguardo come quello della Sanremo. «Se non si vuole arrivare allo sprint, con Petacchi e Freire pronti a spiccare il volo – spiega il due volte iridato – ci si deve inventare qualcosa. Io sono pronto, il mio compagno di squadra Tom Boonen, anche. Nel 2003, quando vinsi, la creatività fu la mia forza. Andammo a riprendere Danilo Di Luca sul Poggio: io, Paolini e Celestino. Fu una volata: 6mila metri interminabili. Tre contro un gruppo compatto e scatenato, che schiumava di rabbia». E oggi? «Corsa lunghissima, ancora più lunga, con uno strappo in più. Qualcosa proverò a fare.

Non sottovalutate Boonen, poi ci sarà chi ha tutto l’interesse a rompere le uova nel paniere a Petacchi che vuole la volata. Tra questi Cancellara, Pozzato, Rebellin, Gilbert, Nocentini, Gasparotto, Ballan...». E Freire? «Lui è buono per tutte le soluzioni: proprio come me».

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