Francesco Rocca, Franco Superchi, Francesco «Ciccio» Graziani. E poi ancora Di Chiara e Della Martira. Lamarcord regalato dal Bettini Quadraro, che nel fine settimana ha festeggiato i primi sessantanni di vita, riporta alla mente nomi anche leggendari del nostro football che, messi in fila uno dopo laltro, potrebbero formare persino una sorta di Nazionale.
Magari con laggiunta dellultimo gioiello che gioca fra i professionisti, Marco Capparella, emblema di una scuola calcio inesauribile e di un club nato nel 1947 grazie a un gruppo di ragazzi che si vedeva davanti alla sezione del Pci di via Cincinnato e che decise di mettere in piedi una squadra di calcio. Mezza lira di sottoscrizione e un nome un po politicizzato, «Unità Quadraro», quasi a voler omaggiare il quotidiano dei comunisti di allora. Altri tempi, quando ci si ritrovava al Bar Carfagna, allincrocio tra via dei Quintili e via dei Lentuli, e gli allenamenti e le partite ufficiali si svolgevano al campo dellAlmas (nata 3 anni prima, nel 1944), il Santanna. Per la cronaca il primo torneo Uisp regalò al Bettini una finale contro lAndrea Doria di Lionello Cianca, maestro di calcio dellepoca. Deus ex machina del Bettini era Calogero Imbergamo, detto «Lillo», anziano signore che oggi convive con gli acciacchi delletà e che ha vissuto da lontano i festeggiamenti dellultimo genetliaco, festeggiato alloratorio Don Bosco fra gli applausi degli ex «quadrarini» e dei «nemici» della Romulea, dellAlmas, della Pro Calcio Italia.
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